Apple Music, ovvero la prima app di Apple per Android

di Redazione Commenta

Durante il keynote inaugurale della WWDC 2015, Apple ha annunciato che Apple Music, la nuova applicazione musicale omnicomprensiva (che unisce streaming e libreria personale) arriverà in autunno anche su Android. Una piccola grande rivoluzione che non è passata inosservata.

Apple Music arriverà su Android in autunno. Eddy Cue, il Senior Vice President Internet Services, l’ha detto en passant, durante la presentazione del nuovo servizio musicale che integrerà libreria dell’utente e offerta in streaming.  Poi ha fatto scorrere la slide senza ripetizioni e con un po’ di fretta. Ma la novità è di quelle che non passano inosservate.

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In fondo poteva essere l’occasione per una citazione di Steve Jobs, che nel 2003 presentò la prima versione di iTunes per Windows con una slide di testo che recitava “Hell froze over”. Occasione mancata, ma ci saranno certamente altre occasioni in futuro per riprendere la gag.

La novità è di quelle che non si possono trascurare. Apple non ha mai sviluppato alcuna applicazione per Android. L’unica app riconducibile ad Apple presente sul Play Store di Google è quella di Beats Music, ma è proprietà di Cupertino solo grazie all’acquisizione del servizio di Dr. Dre e Jimmy Iovine.

Non è ancora chiaro se Apple Music per Android (il cui nome non è comparso a schermo, ma è solo stato “pronunciato” — verba volant) ricomprenderà tutte le funzioni di Music per iOS e permetterà agli utenti del robottino verde la sincronizzazione completa da iTunes della propria libreria musicale. In ogni caso lo scopo della mossa di Apple è ovvio: per raggiungere una massa critica di utenti per il nuovo servizio di streaming non è possibile ignorare l’enorme base d’utenza di Android.

Quello di lunedì 8 giugno è stato comunque un keynote all’insegna di nuove aperture. Da segnalare infatti che anche Swift, il nuovo linguaggio di programmazione per la realizzazione di app per iOS, è destinato a diventare Open Source. Arriverà anche su Linux, più avanti, semplificando probabilmente la vita a quegli sviluppatori che realizzano app client-server per iOS, appoggiandosi a server Linux per il backend e la gestione remota dei dati.

 

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