Un brevetto Apple descrive il peggiore incubo del consumatore

di Redazione 13

macpcanswer
Qui su TAL abbiamo parlato a più riprese di brevetti Apple. I documenti che Cupertino deposita instancabilmente presso l’U.S. Patent Office sono a volte sono forieri di inaspettate indiscrezioni, a volte descrivono strani prototipi che molto probabilmente non vedranno mai la luce, in altri casi illustrano tecnologie che forse s’intrufoleranno nei futuri prodotti della Mela. Quello di cui vi parliamo oggi, però, più che un brevetto è un vero e proprio incubo per il consumatore. Il primo pensiero che viene naturale leggendo le specifiche di questo sistema è: “speriamo che nessuno alla Apple possa mai avere la malsana idea di creare davvero qualcosa di simile”. Ma cosa puoi mai celarsi di così malsano in un brevetto firmato Apple?

Al centro di tutto c’è la pubblicità. O meglio, un metodo per costringere un utente a guardare con attenzione un intero spot / annuncio pubblicitario. Ecco come viene descritto, nel documento depositato presso l’ufficio brevetti, questo diabolico metodo:

“Un sistema operativo presenta uno o più annunci pubblicitari all’utente e disabilita una o più funzioni mentre l’annuncio viene riprodotto. Alla fine dell’annuncio il sistema operativo abilita nuovamente la funzione. L’annuncio pubblicitario può essere visibile o udibile. La presentazione dell’annuncio può essere parte di un’offerta più ampia in cui l’utente ottiene il prodotto o il servizio, come ad esempio il sistema operativo, gratuitamente o a costo ridotto.”

Direte voi: nulla di strano, è quello che già succede online con certi contenuti video. Sei impossibilitato a scorrere in avanti o a vedere il video finché lo spot non è del tutto terminato. Da un punto di vista più ampio si possono considerare entrambi i metodi parte di una medesima famiglia. In realtà il sistema descritto nel brevetto va oltre e diviene ancora più diabolico perché in una delle varianti inserisce la possibilità di abilitare certe funzioni solo se l’utente, tramite alcune azioni sul dispositivo, dimostra di aver prestato effettivamente attenzione al messaggio pubblicitario. E nel caso l’utente non si dimostri “preparato”? La risposta è semplice:

“In una implementazione l’approccio per verificare la presenza dell’utente può essere reso progressivamente più aggressivo se l’utente ha fallito un precedente test. Ad esempio, a seguito di un primo errore il test successivo può essere mostrato più frequentemente, o con tempistiche variabili. In un altro caso il test può essere reso più difficile da comprendere, ad esempio riducendo la dimensione del box con il messaggio sullo schermo, o rendendo il segnale audio più simile all’annuncio pubblicitario in cui è inserito”.

Ok, potete rabbrividire. La descrizione di questi metodi è senza dubbio inquietante. E’ praticamente l’opposto di tutto ciò che Apple ha sempre sostenuto sulla centralità della user experience. Di più: la soluzione come quella descritta qui sopra è la tomba della user experience. Oltre ad essere il sogno proibito dei pubblicitari di mezzo mondo, beninteso. Prima di tirare conclusioni affrettate del tipo “visto? Apple è peggio di Microsoft” è bene capire un piccolo passaggio ulteriore.

Quando si brevetta “un metodo”, come in questo caso, è bene studiarne e riportare nella richiesta di brevetto qualsiasi derivazione possibile e immaginabile del metodo stesso. Bisogna indagare ogni meandro della questione e illustrare accuratamente anche qualsiasi implementazione ulteriore venga in mente. Questo sforzo ovviamente è necessario in ogni caso, anche quando queste peregrinazioni nel magico mondo della puntigliosità portano dritte alla descrizione di un sistema innegabilmente diabolico.

Sta di fatto che questo brevetto, in ogni caso, è stato pensato da qualcuno all’interno di Apple. Rimane solo da sperare che a nessuno in quel di Cupertino venga mai in mente di implementare davvero tutto questo in un prodotto commerciale e che questo brevetto finisca nella pila delle “invenzioni” mai concretizzate, magari in attesa di poterlo utilizzare per richiedere diritti di licenza o come semplice bastone fra le ruote, qualora qualcuno dei grandi nomi della distribuzione di contenuti multimediali (Hulu, tanto per dirne uno) volesse un giorno proporre fattivamente qualcosa di simile.

Commenti (13)

  1. Che per caso questa non sia l’invenzione per non farti pagare il software che usi?!? Non paghi un tubo ma devi vedere la pubblicità!!! Tipo la televisione…mio Diooo nooooo!

  2. Esatto, pare di capire sia qualcosa del genere. Speriamo rimanga per sempre un brevetto… :)

  3. sinceramente sarebbe un compromesso che accetterei. programma free con pubblicità, a pagamento senza pubblicità.

  4. AIUTO!!!

    Qualcuno mi sa dire se esiste un plug-in di MS Office o un programma per potere leggere i file di iWork ’09 su pc???

    Purtroppo il file numbers per svista non l’ho salvato in modo che sia compatibile con il MS Office.

    Grazie in anticipo

  5. mah, vi dirò che ora come ora credo che questi brevetti vengano depositati ad ogni idea. Se ci riflettete, anche se Apple non volesse mai lavorare realmente su una cosa simile, una volta che tira fuori un’idea potenzialmente vincente, chi gliela fa fare a non registrarla? Lo farei anche io se avessi tempo e soldi. Magari un giorno qualcuno la usa gli fai causa e diventi ricco :) oppure semplicemente piace a qualcuno e ti paga le royalties.

  6. Io credo in questa filosofia, purché resti una scelta.
    Se fosse possibile avere, in alternativa al prezzo pieno, programmi free o a prezzo scontato accentando di prestare attenzione (anche in modo coatto!) alla pubblicità sarebbe solo un offerta in più, rivolta a chi converrebbe. Per tutti gli altri non cambierebbe niente!
    Il brevetto esiste già in altri settori. Considerate che in Giappone esistono distributori di snacks e bibite che offrono gratis i prodotti se l’utente accetta di guardare una pubblicità proiettata sullo schermo lcd. Per chi non vuole può sempre pagare!
    Io sinceramente all’apertura di photoshop accetterei di guardare pubblicità anche per diversi minuti e risponderei a quiz sulla stessa se potessi non pagarlo 1000€!! (e vi prego di evitare consigli pirateschi, scontati!)
    Poi certo, c’è un limite. La pubblicità, come ho detto, l’accetterei all’apertura di PS e ovviamente non mentre applico un filtro. L’accetterei all’avvio dell’OS e non mentre rinomino un file. Ma non mi preoccuperei, questa è Apple e noi.. ci fidiamo!

  7. ottimo. arriveremo al punto che tutto sarà gratis purchè si guardi la pubblicità di un prodotto che comunque verrà acquistato gratuitamente purchè si guardi la pubblicità di un prodotto che può essere acquistato gratuitamente purchè si guardi la pubblicità di un prodotto che può essere acquistato gratuitamente purchè si guardi la pubblicità di un prodotto………………………

  8. @Steve
    Io rileggerei quello che hai scritto con più attenzione. Non so te ne sei reso conto, ma hai appena descritto un mondo in cui il consumatore non paga per niente.. no?

    A pagare sabberero solo le aziende per accaparrarsi le pubblicità e vendendole a loro volta, come dici tu, si autofinanzierebbero.

  9. @ Sbamba_che_ganja5891:
    l’unica è riaprire il documento in iwork e salvarlo come file excel.
    non credo esista nulla che ti permetta di aprire un file .calc che non sia calc stesso

  10. ommammammamammamamamammmmmiaaaaa……..

    voglio morire…

  11. Magari Apple ha brevettato qualcosa del genere proprio per evitare che qualsiasi altra ditta ne faccia uso (e naturalmente nemmeno la Apple stessa).
    In pratica, El Jobso e i suoi ingegneri vogliono creare un nuovo mondo privo di pubblicità invadente, dove tutti si vogliono bene e i crimini sono solo un lontano ricordo XD

  12. ma lo ricordate il programma “Sherlock” nel system 9? Anche lui, durante il suo funzionamento, ti faceva vedere dei banner pubblicitari… per me è solo un pararsi le spalle per il copyright….

  13. bhè io credo che se fanno quella in un colpo solo perderanno tutti gli utenti ex windows e fanno bene

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