Michelle Lee: da Google alla direzione dell’ufficio brevetti americano

di Redazione Commenta

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Michelle Lee, che fino allo corso luglio ha lavorato a Google come esperta di brevetti, è stata da poco nominata vice-direttore generale dello US Patent and Trademark Office.

A raccontarlo è Reuters, che spiega come Lee fosse a capo della strategia di brevetti di Google. Un profilo di BizJournals sostiene che Lee si sarebbe unita a Google nel 2003, e avrebbe costruito il team di esperti di brevetti di Google da zero.

Lee, che guiderà ora – in attesa che venga appuntato un nuovo direttore – la più importante agenzia in questi anni di cause legali legate alla tecnologia, ha assicurato:

Nessuna delle posizioni che ho avuto in precedenza guiderà qui il mio lavoro. E accetto volentieri l’input di chiunque voglia darmelo.

Lee ha già annunciato di volersi concentrare sui brevetti non ancora esaminati. Al momento sono oltre 590 000 i brevetti che non hanno ricevuto un controllo, e sono altri 697 quelli che sono stati contestati e devono nuovamente essere verificati.

I brevetti di Apple legati ad iPhone sono sotto stretto scrutinio di Samsung e soprattutto di Google, che ha annunciato di volere “proteggere Android” da eventuali cause leali. Google ha speso miliardi per acquisire il portfolio di brevetti che può ora vantare, e nell’agosto del 2011 ha anche acquisito Motorola Mobility con lo scopo di ottenerne i brevetti. Proprio quella acquisizione è stata guidata da Lee.

Durante il processo contro Samsung, diversi brevetti fondamentali di Apple, come quelli riguardanti il multi-touch, sono stati messi in discussione, e una compagnia che ha preferito rimanere anonima avrebbe chiesto che venissero ripresi in esame dall’ufficio brevetti. Google potrebbe trarre grande beneficio dalla negazione di queste proprietà intellettuali a Cupertino. Il lavoro di Lee potrebbe quindi, in qualche modo, dare una mano ad Android, risolvendo i complicati problemi legali legati ai brevetti che la piattaforma di Google deve licenziare o violare.

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