Pressioni di Apple sui carrier iPhone: la UE indaga

di Pasquale Cacciatore 2

iphone

Le grane non finiscono mai, potremmo dire pensando al tormentato rapporto tra l’Unione Europea ed Apple. Questa volta il problema riguarda indagini anti-trust contro il -presunto – comportamento anticoncorrenziale dell’azienda di Cupertino.

È il New York Times a riportare la notizia: i garanti della UE starebbero analizzando i contratti di Apple con i carrier partner per iPhone in modo da individuare evidenti irregolarità. In particolare, l’impegno che Apple chiede ai carrier di raggiungere un determinato numero di vendite iPhone porrebbe pressione sugli stessi a promuovere la vendita di iPhone, a discapito degli altri dispositivi.

Alcuni dei competitor lamentano che l’elevato numero di vendite che Apple richiede dai carrier mette gli stessi sotto forte pressione a indirizzare le loro strategie di marketing verso iPhone, lasciando poche risorse per promuovere i device alternativi. Queste le parole riportate dal New York Times di un dirigente di una delle principali aziende rivali di Apple, che non ha rivelato il proprio nome per evitare di compromettere i rapporti coi carrier.

Se da un lato i carrier non hanno di certo l’obbligo di abbracciare la vendita di iPhone, è evidente che senza un prodotto del genere, altamente richiesto dai consumatori, si rimane poco competitivi sul mercato: da qui la necessità di accettare i termini di Apple.

Per il momento non c’è nessuna indagine ufficiale della commissione europea, né si sa quale saranno le mosse successive; per il momento, il portavoce Colombani ha sottolineato che si sta “monitorando la situazione“.

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Commenti (2)

  1. beh, se i carrier sono sotto pressione la cosa non può che farmi piacere, dato che sono anni che mettono sotto pressione i clienti, un po’ per ciascuno non guasta quindi.
    L’unione Europea dovrebbe, invece di indagare su certe baggianate, mettere sotto pressione i carrier per le tariffe ignobili che dobbiamo subire per un roaming che non dovrebbe più esistere. Per non parlare poi delle tariffazioni dati, una cosa vergognosa, se questo è l’organo di vigilanza della UE mandiamoli tutti a casa, per lo meno ci siamo risparmiati una spesa…

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