Palm Pre: niente tethering come iPhone

di Redazione 6

Si prevedono tempi duri per gli amanti della telefonia mobile e in particolar modo per coloro che desiderano acquistare i cellulari “top di gamma”. Si sta infatti sviluppando anche in Italia la tendenza a vendere un determinato cellulare, generalmente di fascia altra, in abbinamento a un vampiresco contratto telefonico. Noi italiani abbiamo sperimentato la novità proprio con iPhone 3G, seguito dal BlackBerry Storm e ora dal tanto atteso Vodafone HTC Magic con Android: questo tipo di soluzioni, però portano alcuni svantaggi indesiderati. Esempio lampante è ciò che sta per avvenire negli USA in concomitanza del lancio del nuovo Palm Pre: come avviene già per iPhone, sarà interdetto il tethering nonostante le prime pubblicità ufficiali lo avessero dato per presente. Non è solo AT&T, dunque, a essere “il lupo cattivo”?

L’immagine di apertura dell’articolo rivela una verità davvero interessante: il Palm Pre, cellulare di prossima uscita già diventato “un caso” negli States, non fornirà ai suoi utenti la possibilità di utilizzarlo come modem nonostante questa “caratteristica” fosse già stata pubblicizzata.

Una doccia fredda per tutti gli americani interessanti all’acquisto del nuovo Palm Pre, previa sottoscrizione di un contratto telefonico con Sprint: il canone mensile non prevederà, quindi, la possibilità di usufruire del traffico dati assegnato anche con il proprio computer.

Non sono solo Apple e AT&T ad essere “i cattivoni” della telefonia mobile e anche questa volta, purtroppo, il modello di Cupertino sembra essere stato copiato. Senza entrare nei soliti discorsi del tipo “io nel contratto che pago ho a disposizione tot MB e posso utilizzarli come meglio credo“, vorrei che l’attenzione fosse posta sull’aspetto principale della vicenda.

L’incontro commerciale“, se così può essere definito, tra un produttore di telefoni cellulari e un operatore di telefonia mobile non porta benefici apparenti per noi consumatori che invece vediamo limitare sempre più la possibilità di gestire ciò che per contratto paghiamo lautamente. Il giorno in cui ci accorgeremo di essere talvolta presi per i fondelli, ahimè, sarà ormai troppo tardi.

Commenti (6)

  1. Peccato, un altro esempio di servilismo industriale.
    Spero per i futuri possessori del PalmPre (o Android) che l’OS sia bucabile come quello dell’iPhone..
    Un saluto scritto connesso in thetering con iphone :)

  2. Non so come funziona nel resto del mondo ma in Svizzera è la regola che il telefono venga venduto con un abbonamento con il carrier, e da ben prima che uscisse l’iPhone. A me non sembra che ci sia nulla di male…

  3. Io noto sempre con stupore il fatto che ci si dimentichi puntualmente che un telefono legato ad un contratto con un operatore telefonico sia un telefono pagato due lire rispetto al prezzo “unlocked”. Un saluto scritto da un iPhone francese pagato 200 euro invece di 600…

  4. Sir Luke dice:

    Non so come funziona nel resto del mondo ma in Svizzera è la regola che il telefono venga venduto con un abbonamento con il carrier, e da ben prima che uscisse l’iPhone. A me non sembra che ci sia nulla di male…

    Infatti in molti paesi del mondo è la norma vedere venduti gli apparecchi con contratto annuale o biennale, e in questo non c’è niente di male SE si può acquistare il terminale anche sbloccato e SE l’abbinamento ad un contratto non limita il cellulare stesso.
    Gli americani ad esempio non hanno la versione sbloccata di iPhone e quella bloccata ha varie limitazioni e questo, a mio parere, è un danno per il consumatore.

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