App Store: la fine è segnata?

di Redazione 13

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Sin da quando le sue porte virtuali sono state aperte nel luglio dello scorso anno, App Store è il protagonista diretto e indiretto di numerosi articoli. L’economia del negozio virtuale di applicazioni per iPhone e iPod touch non offre segnali di cedimento e continua la sua inarrestabile crescita.

App Store, passatemi il concetto, è un nuovo sistema economico per gli sviluppatori. Un enorme mercato in cui developers che da anni creano applicazioni e novellini in cerca di visibilità combattono tra loro a suo di prezzi bassi. Così facendo i margini di guadagno sono sempre più limitati e per fare cassa occorre vendere sempre più copie: un circolo vizioso apparentemente inarrestabile. Il sistema economico proposto da App Store riuscirà a stare in piedi garantendo tuttavia la qualità delle App proposte a prezzi sempre più bassi?

Nascono parecchie preoccupazioni nella mente degli sviluppatori e degli “addetti ai lavori” anche se, leggendo i dati snocciolati da Apple sul volume di traffico di App Store, è difficile rendersi conto di questo particolare disagio. Essendo una tipologia di business relativamente inedita, ogni parte chiamata in causa prova a dare la propria opinione sul futuro di App Store arrivando talvolta a conclusioni generate sostanzialmente dalla propria sensibilità e non basate su dati concreti (anche perché è ancora presto per produrli).

A tal punto suggerisco la lettura di un interessantissimo articolo di Gizmodo dove, finalmente con alcuni dati alla mano, si analizza in maniera comprensibile a tutti il modello economico di App Store. Il dato principale è uno solo: una stessa applicazione, disponibile per diverse piattaforme, su App Store è decisamente più economica con sconti che vanno spesso oltre al 50%.

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Il concetto proposto da Gizmodo è semplice: App Store permette la vendita di massa della propria applicazione rendendo così possibile abbatterne il costo per renderla ancora più appetibile per tutta l’utenza interessata. Più copie a minor prezzo possono offrire lo stesso margine di guadagno. E fin qui nulla di male.

Il “male“, se così può essere definito”, è che tale sistema economico tende a far livellare verso il basso il prezzo di tutte le App presenti rendendo quasi nulli i margini di guadagno per quei developers che non possono permettersi pubblicità oltre alle altre astuzie che le grandi software house conoscono benissimo.

Contribuisce alla permanenza di questo sistema di prezzi al ribasso anche la percezione del costo delle App. Gizmodo offre un interessante spunto: se posso acquistare un film per 2 dollari, quanto mai varrà una App? Inoltre, è la stessa Apple a fomentare questo clima di forti diminuzioni di prezzo perché nella Top10 delle applicazioni più vendute si trovano spesso quelle che costano 0,79 euro.

Cosa accadrà quindi? Sempre secondo Gizmodo, dobbiamo aspettarci prezzi sempre più bassi fino al giorno in cui tale sistema collasserà su se stesso per l’impossibilità di coniugare innovazione ai forti sconti, facendo così allontanare i grandi nomi. Scenario plausibile, anche se probabilmente un po’ troppo forzato. Mi spiego.

Ora siamo in una fase in cui le App scendono costantemente di prezzo e aumentano, generalmente, di valore: tutto questo nell’ottica di vendere di più. Se tale sistema non permetterà ai grandi nomi di incassare quanto previsto, assisteremo ad una decisa inversione di questo trend in modo che le App possano tornare ad avere il prezzo che spetta loro. Solo a questo punto, se il pubblico continuerà ad aspettarsi, per assurdo, “navigatori satellitari a 0,79” ci sarà la fuga di massa dei grandi nomi. Come sempre in un’economia di mercato, siamo noi acquirenti il punto fondamentale della catena.

E se invece il sistema economico proposto da App Store, ovvero quello dei prezzi al ribasso, contagiasse anche tutti gli altri settori? Ritenete possa essere uno scenario plausibile?

Commenti (13)

  1. davvero un bell’articolo!

  2. A mio parere il sistema economico di Apple rimane in piedi e rimarrà in piedi in quanto le applicazioni non hanno velleità di sostituire programmi professionali ma di dare supporto all’utente nella vita di tutti i giorni con utility facili da usare immediate e stabili; questo mi pare per la maggior parte di esse tranne qualche caso raro come i programmi di navigazione che si discostano di molto dal resto! Il fatto poi che il prezzo sia al ribasso è anche sintomo che il prodotto è stato in grado di ammortizzare pienamente le spese di sviluppo e quindi abbassare il prezzo aumenterebbe solo che le vendite! Una volta arrivati alla fase calante di vendite del prodotto si passa a un refreshment dell’applicazione ravvivando così le vendite fino ad arrivare al fine vita del prodotto con conseguente rinnovo completo o semplicemente abbandonato!

  3. Io credo che siano tutti problemi che non ha senso porsi, mi spiego: app store è un ecosistema dove pero vigono le regole di mercato basate sulla concorrenza. Le teorie economiche fondano proprio su questo la sopravvivenza della domanda-offerta (rischiando situazioni di “cartello” come per i navigatori satellitari). Io sarei per una diminuzione della percentuale intascata da Apple: se il 30% era adatto con poche App, adesso che le App sono decine di migliaia, anche il 15% sarebbe un guadagno da non sottovalutare..

  4. quoto TheJack, una riduzione della percentuale intascata da Apple, oltre che legittima visto l’aumento di applicazioni presenti, sarebbe un modo per dare nuova linfa la mercato della App attraverso un aumento delle entrate per gli sviluppatori. Maggiori guadagni per chi sviluppa significherebbe anche maggiori investimenti da parte loro sulle innovazioni dei refreshment di cui parlava Joe, quindi maggiore appetibilità per gli utenti per l’acquisto di nuove App. E in fine, come non farlo presente, maggiori introiti (sia nella vendita di applicaizone che dei device) per Apple stessa :-).
    Staremo a vedere…

  5. Se teniamo conto che una suoneria “italiana” ( non parliamo poi dei costi da sciacalli finti abbonamenti proposti ) costava molto di piu di una applicazione store ci facciamo un’idea di quanto siano chiusi nel nostro paese e quanto sono aperti gli altri.
    In poche parole noi molte volte pensiamo ancora con la testa del mercato monopolistico…

  6. Io penso che il rischio ci sia, ma ancora si può far molto e senza alcuna fretta per rimediare. Sono convinto che Apple, verso la presentazione della prossima versione del software iPhone 4.0, comunicherà l’abbassamento della quota trattenuta; anche se non credo in un 15% ma semmai un 10%

  7. No, il problema non c’è.
    Ne parlavo l’altro giorno con due grossi sviluppatori mentre pianificavamo un nuovo progetto per iPhone. Il problema è esattamente l’opposto.
    Il mercato di iPhone si sta saturando di applicazioni premium (in particolare di Gameloft) e le classifiche top 100 si riempiono sempre di più di titoli da 7,99 euro o 5,49 euro. Il che è giustissimo data l’alta qualità di queste applicazioni, tuttavia non dà la possibilità agli sviluppatori indipendenti di poter farsi largo tra queste applicazioni se non giocando sul fattore prezzo. Titoli di qualità hanno prezzi premium e gli utenti sono tranquillamente disposti a scucire 7 euro per un buon prodotto (Fifa anche se è pieno di difetti). Un gioco su iPhone si vende molto più facilmente di uno su PSP. Tutti si fanno meno remore ad acquistare dall’App Store rispetto a qualunque altro store.

  8. Comunque l’idea di paragonare i prezzi delle applicazioni su piattaforme diverse (anche opposte…) non mi sembra abbia molto senso.

  9. Ma ci rendiamo conto???

    La Apple ha permesso al mondo intero nel periodo dove tutto si prende gratis di far guadagnare qualche cosa ma veramente qualche cosa a tutti gli sviluppatori…
    La apple ha permesso di far guadagnare qualche cosa anche ai cantanti… ma vi rendete conto che io da due anni a questa parte COMPRO CANZONI…
    COMPRO APPLICAZIONI…
    ma vi rendete conto… potrei scaricare canzoni prendere ipa….. ma no…
    non so perchè ma grazie ad una forza mistica io COMPRO anche se poco ma COMPRO…

    tuttti dovrebbero inchinarsi ai piedi della Appe e magari fargli quello che ha augurato MARADONA ai giornalisti…
    altro che crisi…. prezzi troppo bassi troppo alti…. ma vi rendete conto che qui per la prima volta si acquistano veramente le cose????

  10. Stefano dice:

    Ma ci rendiamo conto???
    La Apple ha permesso al mondo intero nel periodo dove tutto si prende gratis di far guadagnare qualche cosa ma veramente qualche cosa a tutti gli sviluppatori…
    La apple ha permesso di far guadagnare qualche cosa anche ai cantanti… ma vi rendete conto che io da due anni a questa parte COMPRO CANZONI…
    COMPRO APPLICAZIONI…
    ma vi rendete conto… potrei scaricare canzoni prendere ipa….. ma no…
    non so perchè ma grazie ad una forza mistica io COMPRO anche se poco ma COMPRO…
    tuttti dovrebbero inchinarsi ai piedi della Appe e magari fargli quello che ha augurato MARADONA ai giornalisti…
    altro che crisi…. prezzi troppo bassi troppo alti…. ma vi rendete conto che qui per la prima volta si acquistano veramente le cose????

    Quoto in pieno…. e lasciando da parte tutte le teorie economiche che secondo me cercano di complicare quello che è semplice: dove c’e “giro” ci sono anche affari. Quindi finché iphone avrà mercato l’app store funzionerà…
    Nel senso che se hai un negozio in un grande centro commerciale pieno di gente, o sai vendere, e quindi guadagni o non sai vendere (e quindi puoi anche chiudere)… se invece il negozio è in una zona con poco passaggio di gente, magari anche in campagna, per rendere l’idea, bè, che tu sia bravo a vendere o no non ha importanza… ;)

  11. Poco costa, poco vale.

    Questa è anche una filosofia.

    Per un euro non si possono vendere cose eccelse, certo ne vendo 30.000 e guadagno molto; ma questo è valido se lo sviluppatore ha impiegato poco tempo a farlo e se fa molti programmi.

    Mi spiego meglio una parte del codice che uso per preparare un programma, posso utilizzarla per un altro e quindi per la sua creazione impiego meno tempo.

    A tutti questi discorsi si può ovviare creando diverse versioni di uno stesso programma, quella economica con poche funzioni del costo di 0,79 €, quella con 10 funzioni a 4,90, quella con centinaia di funzioni a 39,90€.

    p.s. Questi commenti non si potrebbero mandare a tutti? il fatto che se rispondo a un commento a quella persona gli arrivano i commenti, ma se non rispondo e creo un commento nuovo, ma comunque potrebbe interessare anche tutti gli altri.

  12. @ Joe:

    Gli americani ragionano in modo diverso da noi, e la loro diversità la si vede in tutto, nella politica, nel commercio, nella musica ed altro.

    Questo il motivo per cui un prodotto lì lo si vende in modo molto più veloce che in Italia, noi siamo molto più creativi e gli americani lo considerano, ma poi quando dobbiamo vendere qualcosa, ci chiediamo se quello è di destra o di sinistra,

    Sono d’accordo anch’io con fatto che i commenti devono essere inviati a tutti, questa opzione avrebbe senso se ci fossero centinaia di commenti, ma per una decina no.

    A proposito dove si trovano gli scripts per questa opzione?

  13. @ ibxxx:

    Lo sai che adesso la Sisal vende le schede di Itunes?

    Questo è un sistema che aumenterà le vendite delle canzoni.

    Mi sa che i commenti arrivano a tutti, anche se si risponde a uno solo.

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