Le radici da software-house di Apple

di Redazione Commenta

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Se vi dico Mac a cosa pensate?
E se vi dico iPhone?
Se vi dico iPod touch?

Se la risposta è sempre la stessa ed è Mac OS X forse la pensiamo allo stesso modo su quello che è realmente la Apple: una casa che essenzialmente produce software.

Steve Jobs non ne ha mai fatto mistero: la sua creatura è Mac OS X e tutto il resto è solo un pretesto per vendere dell’ottimo software. Lo stesso Jobs, all’ultimo D5 All things digital ha affermato che il più grosso merito di Bill Gates era quello di pensare soprattutto al software, tralasciando la parte hardware (se vi siete persi la meravigliosa intervista a due con Walt Mossberg cliccate immediatamente qui).

Se non siete ancora convinti guardate le linee dei prodotti Apple: sembra che si voglia far sparire tutto quello che non è il sistema operativo. L’iPod touch altro non è che Mac OSX to go, per dirlo alla maniera americana! Niente tasti, niente orpelli, solo uno schermo da cui fa capolino il sistema operativo.

Lo stesso Newton non era altro che uno scatolotto per contenere Newton OS.

E allora perché la Apple non ha mai venduto Mac OS separato dalle sue macchine?
Innanzitutto, fino all’avvento dei processori Intel nelle macchine di Cupertino, il sistema operativo richiedeva un hardware dedicato: inutile vendere separatamente i due pezzi della mela. Dopo è stato solo una questione di sopravvivenza: con internet a banda larga la pirateria è talmente influente da metter in crisi pure Microsoft: una realtà che a mala pena si prendeva il 5% dei sistemi operativi ne sarebbe rimasta schiacciata. Legando hardware e software si garantiva guadagni in entrambi i campi, oltre a fornire un prodotto più efficiente.

Forse non ci avete mai pensato, ma una azienda che produce un sistema operativo da meno di 150 euro e ve lo vende in una macchina da 1500 euro si fa pagare cara la scatola del suo prodotto!

Ed è per questo che non vedremo mai Mac OS in licenza: per Apple significherebbe dare in mano a qualcuno di cui certamente non si fida tutto il know-how che vincola il suo sistema operativo alle macchine che produce.

E a quel punto la pirateria diventerebbe un problema serio. Perché se per ogni computer Apple guadagna 500 euro se ne frega se poi gli pirati il sistema operativo successivo: tanto sa che durante la vita di quel computer al massimo gli cambi il sistema operativo un paio di volte. Poi dovrai ripassare per l’Apple Store e comprare un computer nuovo, pagando il computer e anche una copia del sistema operativo.

Il che, incidentalmente, ci tiene pure liberi dai vincoli dei sistemi di protezione di Windows.

E questa filosofia è alla base del modello a sistema chiuso che è stato croce e delizia della Apple fin dal 1976.

I critici han detto che con l’adozione di chip Intel i Mac sarebbero diventati dei comuni PC. La verità è che lo sono sempre stati, al di la delle differenze tecniche: un monitor, un case, una tastiera… La differenza era ed è tutta nel software.

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