Elevation Dock, il “miglior dock” che piace a tutti

di Redazione 8

Tutti i dock per iPhone fanno schifo. Non sono all’altezza del proprio compito, non fanno quello che dovrebbero. Per prima cosa sono troppo leggeri, tanto che per staccare il dispositivo dalla base è quasi sempre necessario usare due mani, vanificando il vantaggio del dock rispetto all’utilizzo di un cavo con il dispositivo appoggiato direttamente sulla scrivania o sul comodino. Le alternative “abbastanza pesanti” fanno invece troppe cose tutte assieme e per questo finiscono per essere troppo ingombranti. Per di più nella maggior parte dei casi è impossibile “dockare” l’iPhone se il telefono è avvolto da una custodia, se non a patto di rinunciare alla stabilità.

Quella che avete appena letto è l’opinione di tanti, tantissimi utenti iOS, almeno a giudicare da quante persone hanno istantaneamente sostenuto il progetto Kickstarter per la realizzazione dell’Elevation Dock, una base per iPhone “fatta per bene” che risolve tutti i problemi di cui sopra. In parole povere: la base per iPhone che Apple avrebbe dovuto creare fin dapprincipio.

Elevation Dock nasce da un’idea del designer industriale Casey Hopkins, che per finanziare la sua idea si è rivolto a Kickstarter, l’ormai famosissima piattaforma di crowd-funding. La risposta da parte degli utenti ha dell’incredibile. Vuoi perché il target della community è particolarmente sensibile al buon design, vuoi perché ne hanno subito parlato voci importanti del Mac Web, fatto sta che il progetto per l’Elevation Dock è riuscito a raccogliere 165,350$ nel giro di 24 ore, battendo ogni record precedentemente stabilito da qualsiasi progetto su Kickstarter.

Il progetto nasce all’insegna del minimalismo e potrebbe davvero essere nato nel laboratorio di Jony Ive. Hopkins ha realizzato a mano il prototipo partendo da un unico blocco di alluminio di qualità aeronautica, proprio come quello utilizzato da Apple per le scocche unibody di MacBook Pro e MacBook Air. Un tornio Una fresatrice a controllo numerico è l’unica macchina necessaria per la realizzazione del prodotto, che oltre ad un connettore a 30 pin speciale che limita l’attrito dell’iPhone al momento dell’alloggiamento, monta un supporto gommato che si può orientare in un verso o nell’altro a seconda che l’iPhone sia racchiuso in una custodia oppure no. Nella parte posteriore del Dock trova spazio l’attacco per l’alimentazione e, nella versione “Dock+”, un’uscita audio che permette di collegare il dispositivo ad un qualsiasi stereo tramite connettore jack schermato.

La cifra obbiettivo che Hopkins si era posto di raggiungere con la sottoscrizione entro febbraio ammontava a meno della metà di quanto raccolto in un giorno, “solo” 75.000$. Ad oggi i sostenitori del progetto sono già quasi 4000 e la somma raccolta è ulteriormente cresciuta, fino a raggiungere (nel momento in cui scrivo) i 363.000$.
Con una sottoscrizione di 59$+20$ di spedizione postale internazionale è possibile aggiudicarsi da subito uno dei primi Elevation Dock che verranno prodotti a partire da febbraio; per la versione Elevation Dock + ci vuole invece una sottoscrizione da 79$+20$ per la spedizione. Una volta sul mercato i due modelli verranno venduti rispettivamente a 90 e 120 dollari.

Commenti (8)

  1. mah, a me non piace così tanto.

    e poi è costoso.

  2. 90€-120€ per un dock? E a me che sembrava folle 30€ per quello Apple. Ma chi è tutta questa gente così vogliosa di spendere tutti quei soldi per un dock??

  3. Anche a me sinceramente non sembra una meraviglia, mentre trovo quello originale carino anche se lo stesso scomodo e costoso.
    E poi, il prezzo è veramente troppo alto per un pezzo di alluminio lavorato dai.

  4. Dottor Miller?!?!?
    Almeno la differenza tra tornio e fresa!!! ;)
    Cmq gran bell’oggetto!

  5. @ Alessio:
    Come fanno 99$ (che è il prezzo più alto) a diventare 90-120€?

  6. @ Perplimo:
    Mi perdoni, esimio! Non ci hanno mai portato in officina a noi :D
    Ma almeno è a controllo numerico no?

  7. La prima macchina sembrava un brutale trapano a colonna…
    L’altra che lavorava il profilo a scalini era una fresatrice a controllo numerico, probabilmente a 5 assi.

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