Apple e Amazon, carenza di concorrenza?

di Redazione 1

Il Procuratore Generale dello Stato del Connecticut, Richard Blumenthal, vuole fare chiarezza sui rapporti che si sono venuti a creare fra i maggiori editori statunitensi e due dei più grandi distributori di eBook del paese, vale a dire Amazon e Apple. L’ipotesi è che si siano originati equilibri anti-concorrenziali fra le due aziende dell’IT a causa dei contratti che gli editori hanno sottoscritto con entrambe e che impediscono, di fatto, un livellamento verso il miglior prezzo possibile per i libri digitali.

Il nocciolo della questione è egregiamente riassunto da un passaggio del comunicato ufficiale con cui l’ufficio del Procuratore ha dato notifica dell’avvio dell’indagine:

“Sia Amazon che Apple hanno raggiunto accordi con i maggiori editori di ebook che assicurano ad entrambi il miglior prezzo per gli ebook sulla concorrenza con clausole del tipo ‘most favored nation‘. […] Questi accordi sembrano impedire ad alcuni editori l’offerta di prezzi scontati ad alcuni concorrenti di Apple e Amazon, perché altrimenti essi sarebbero costretti ad offrire lo stesso trattamento ad Apple e Amazon.”

Questi equilibri anti-concorrenziali secondo Blumenthal avrebbero già sortito l’effetto di uniformare i prezzi di alcune tipologie di ebook (come ad esempio una buona parte dei bestseller del New York Times) sulle piattaforme di vendita di Apple, Amazon, Barnes & Noble e Borders.

Il Procuratore vuole analizzare e capire meglio la situazione. Per farlo ha convocato un incontro nel proprio ufficio, in data da stabilire, con una lettera ufficiale inviata ai General Counsel di Apple (PDF) e Amazon (PDF).

Nelle lettere Blumenthal fa esplicito riferimento ad un articolo del New York Times pubblicato a marzo, in cui Motoko Rich e Brad Stone già prospettavano alcune delle conseguenze che gli accordi di tipo “MFN” fra gli editori, Apple ed Amazon che si sono venute a creare dopo il lancio di iBookstore. Il Procuratore specifica anche che sebbene gli accordi di questo genere non violino necessariamente la legge antitrust statunitense, non è detto che le situazioni che ne derivano rientrino automaticamente nell’ambito della legalità.

Blumenthal non sembra suggerire che vi sia una sorta di cartello volontario fra Apple e Amazon per la vendita degli ebook, ma piuttosto che il mercato è pesantemente condizionato dagli accordi che entrambe le aziende hanno stretto con gli editori.

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Commenti (1)

  1. non capisco. l’editore fa il suo prezzo e i rivenditori rivendono aggiungendo la loro percentuale.

    però trattandosi di ebook gli editori dovrebbero offrire a tutti gli ebook alle stesse cifre.. poi sta ad apple, amazon &Co. a fare le loro tariffe più o meno convenienti.

    immaginiamo la stessa scena a un negoziante. perchè a me gli editori dovrebbero vendere le copie dei libri a un prezzo più alto di quello di un altro? dopo sarei costretto a fare dei prezzi finali più alti.. mentre altri venderebbero di più perchè gli hanno fornito libri a prezzi più bassi.

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