I media e il cliché del “quando c’era Steve”

di Redazione 1

Le nuove Mappe non sono all’altezza delle aspettative? Steve non le avrebbe mai approvate. L’iPhone 5 si graffia se inciso vigorosamente con un punteruolo da ghiaccio? Steve non lo avrebbe mai permesso.
Da qualche giorno rimugino e ripenso su come scrivere di questo cliché protagonista ormai della chiacchiera da bar come dell’editoriale “colto” del New York Times.
Lucio Bragagnolo mi ha tolto le castagne dal fuoco e mi ha anticipato scrivendone probabilmente meglio di come avrei potuto fare io.

Foto: Ars Technica

“Se ci fosse stato Steve non sarebbe andata così.
È diventato il nuovo Apple sta per fallire. Grande spazio sui media per i fanatici, i cultisti, gli evangelisti, i predicatori sedotti dal fascino perverso di Apple,”
scrive Bragagnolo sul suo blog, “che acquistano per moda essendo apparentemente dotati di risorse infinite, tali da poter rinnovare un corredo completo di prodotti Apple ogni anno.”

La prima prova evidente della capziosità di simili ragionamenti sta nel fatto che al “tempo di Steve” Apple era perfetta e senza macchia solo agli occhi di coloro che hanno bisogno di un argomento per convalidare la propria tesi secondo cui oggi, senza di lui, tutto è già cambiato in peggio. E chi rimpiange i bei tempi andati, fatto strano, apparteneva immancabilmente alla schiera dei critici più feroci di quei passi falsi che oggi ha finito per lasciare in secondo piano nelle proprie analisi pretenziose.

MobileMe, Ping, il Power Macintosh Cube sono solo alcuni dei tanti errori (insignificanti e formativi nel disegno complessivo, se visti a posteriori, e ininfluenti per gli shareholders) di cui Apple si è macchiata con Steve al timone. La perfezione, cui Steve senza dubbio aspirava, non era comunque di questo mondo.

Vi consiglio di trovare qualche minuto e dedicarlo alla lettura dell’articolo di Lucio Bragagnolo su iCreate, che riassume benissimo quello che Philip Elmer-DeWitt, su Fortune, ha definito “the No. 1 cliché of the post-Jobsian era.”

Commenti (1)

  1. Penso che sia un comportamento tipico, una volta venuta a mancare quella che era una figura di culto, quello di glorificare ogni sua azione passata (dimenticandosi appunto dei fallimenti, o dei tentativi non riusiciti) e, per converso, di accanirsi al presente su qualsiasi passo falso, o presunto tale, che immancabilmente non sarebbe successo se Lui fosse stato ancora qua. La stessa quasi “santificazione” di Steve Jobs mi ha sempre lasciato piuttosto perplesso, e lo dico da utente Apple affezionato, ma da qua a considerarlo un salvatore dell’umanità o un uomo senza macchia ce ne passa. Dovrà passare ancora un po’ di tempo prima che l’effetto della sua morte tutto sommato recente si attenui e soprattutto bisognerà valutare l’andamento dell’azienda nel lungo periodo prima di esprimere dei giudizi che non siano solo umorali. Ciò detto, fate bene a segnalarlo, perchè è uno dei comportamenti più irritanti ed effettivamente se ne leggono in giro parecchi di commenti su quel tono.

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