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Brevetti: sviluppi Nortel e cambio della guardia a Cupertino

L’acquisizione del pacchetto di preziosi brevetti su tecnologie del settore mobile di proprietà della fu Nortel da parte di un consorzio di aziende capitanato da Apple è stato approvato dai tribunali fallimentari preposti in Canada e negli Stati Uniti. Il passaggio di proprietà intellettuale dall’azienda in bancarotta e le aziende che si sono unite per acquistarli con una mega colletta da 4,5 miliardi di dollari può quindi procedere, anche se la l’antitrust deve ancora dire la sua.
Nel frattempo a Cupertino se ne va il legale responsabile del settore brevetti, Richard Lutton. Al suo posto l’avvocato B.J. Watrous. I motivi del passaggio di consegne, in un periodo così caldo per la divisione I.P. dell’ufficio legale di Cupertino, non sono noti.

Google a bocca asciutta

Per l’acquisizione dei brevetti di Nortel Apple si è consociata con alcuni dei suoi più noti concorrenti, come R.I.M. e Microsoft. Facevano parte della Rockstar Bidco LP anche EMC Corp, Sony Corp e Ericsson. L’obiettivo dell’allegra brigata era chiaro: riuscire a strappare quel preziosissimo bottino intellettuale dalle mani di Sergey e Larry. Anche se HP e Verizon Communications si sono pubblicamente opposte all’acquisizione, è infatti Google in particolare a rimanere a bocca asciutta. L’impressione è che a Mountain View abbiano preso sottogamba l’asta (sembra che le puntate fossero modellate su cifre ricavate da costanti numeriche famose) e che adesso si trovino in una situazione assai poco invidiabile. Le sei sorelle del brevetto utilizzeranno l’arsenale Nortel per scatenare una guerra termonucleare nei tribunali della California? Time will tell.

Quel che per ora è certo è che i tribunali fallimentari dell’Ontario e del Delaware, dove il caso era in discussione, hanno detto ok. Il giudice Kevin Gross, del tribunale del Delaware, secondo Reuters avrebbe affermato che “non approvare l’acquisizione sarebbe stato un errore da 4,5 miliardi di dollari”.
Ora tocca al Dipartimento di Giustizia americano (su pressione dell’American Antitrust Institure) fare chiarezza sul passaggio di proprietà. Quel che è sicuro è che in questo modo sono ben sei le aziende che potranno usufruire di questi brevetti. Non che questo escluda il rischio di un utilizzo anti-concorrenziale di tutto quel ben di Dio intellettuale, ma se Google avesse potuto mettere le mani sul pacchetto Nortel, l’impressione è che lo sbilanciamento rispetto ai competitors sarebbe stato ben più evidente.

Richard va, B.J. arriva

Mentre l’affaire Nortel fa il suo corso, e mentre per Apple si moltiplicano i fronti dello scontro sul piano della proprietà intellettuale, a Cupertino c’è un cambio al vertice dell’ufficio legale che si occupa di brevetti e protezione della proprietà intellettuale dell’azienda. E’ sempre Reuters a segnalare che Richard Lutton, ormai ex Apple Chief IP Counsel ha lasciato il proprio posto a B.J Watrous, che viene dalla HP.
La successione fra avvocati esperti di proprietà intellettuale non sarebbe certamente un fatto interessante se non fosse per il clima arroventato di questi ultimi due anni, con la crescente complicazione della lotta legale per il controllo del settore mobile da parte di Apple e dei suoi concorrenti.
Mentre la battaglia legale con Samsung, accusata di plagio, prosegue, Apple ha da poco depositato una nuova ingiunzione contro HTC presso la ITC. L’unica causa di rilievo che invece ha ormai fatto il suo corso è quella contro Nokia. Il produttore finlandese e Apple hanno raggiunto un accordo, assai favorevole per gli europei, che prevede un cospicuo versamento una tantum (la cifra non è nota, ma sicuramente si aggira nell’ordine delle centinaia di milioni di euro) e una royalty perenne sulle vendite dell’iPhone.

 

Redazione

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  • penso che sia legato in primis a un cambio generazionale... e in secondo luogo abbiano assunto un avvocato con maggiori competenze nel campo delle telecomunicazioni.. campo in cui Apple sta prendendo numerose batoste in tribunale..

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