Pericolo frodi bancarie per le App: evviva la censura di App Store?

di Redazione 5

android-kill-switch

Nei mesi scorsi ci siamo spesso confrontati sul problema della “censura” in App Store: il metodo di approvazione delle applicazioni, macchinoso e talvolta inspiegabile, è uno dei punti inamovibili della politica di Apple. Sia da TAL che da tutto il “Mac Web” si è spesso alzata la richiesta di una revisione al meccanismo denominato “App approval process“: meno controlli garantirebbero, sulla carta, una maggiore libertà di creazione da parte dei vari developers.

Davanti ad una notizia odierna, però, sembra cadere il castello di accuse costruito nei confronti di Apple: c’è un serio pericolo di frodi bancarie per alcune applicazioni. Per ora il problema è limitato ai devices con sistema operativo Android e l’augurio è quello che siano stati proprio i “maniacali controlli” da parte di Apple ad evitare il dilagare di applicazioni simili anche in App Store.

È proprio la società di credito interessata, ovvero First Tech Credit Union, a fornire la notizia di questo tipo di applicazioni apparse in Android Market: l’invito è quello di cancellare immediatamente l’applicazione Droid09 dal proprio device. Tale applicazione, infatti, crea un gruppo di App bancarie che, traendo in inganno l’utente, cercano di scoprire i dati di accesso ai conti bancari. First Tech Credit Union, per evitare qualsiasi tipo di problema, sottolinea di non aver mai rilasciato alcuna App per accedere direttamente al proprio conto corrente.

Anche il mondo delle App è ormai dichiaratamente affetto dai vari “furbacchioni” che da tempo infestano il web e proprio in un’ottica di pura protezione si capiscono i rigidi criteri dell’App approval process. Apple, da brava negoziante, seleziona con cura i prodotti da mettere sul proprio bancone al fine di evitare brutte sorprese ai clienti.

È proprio questa la funzione primaria della tanto criticata censura di Apple anche se, tuttavia, ciò non giustifica alcune discutibile scelte fatte in passato. Quello di Droid09, tuttavia, è un caso limite che vuole portare alla ribalta un problema di mancati controlli da parte di Google: non tutti, infatti, accederebbero al proprio conto online da una App che non è stata rilasciata direttamente dalla propria banca.

Commenti (5)

  1. non si tratta di censura, ma di precauzione. apple è famosa anche per la sua sicurezza, e questo fatto dimostra che è lei dalla parte giusta, se non altro su questo fronte.

  2. Ci sono due tipi di malware (per i non intenditori specifico che i malware sono in pratica i virus) per iPhone: quelli per i dispositivi Jailbroken e quelli mascherati da app.

    Questi ultimi però vanno a quel posto perché già per mandare un’app ad Apple si devono pagare i €100 di iscrizione, poi si devono superare i rigidi controlli e se se quando l’app è stata pubblicata qualcuno dice che un malware l’applicazione sparirà per sempre, oltre a rischiare di finire in galera.

  3. @ gmilh:
    forse dimentichi che Apple ha adottato un sistema di auto-controllo delle API utilizzate da una determinata applicazione per verificare che non siano private; in caso contrario l’app in questione viene immediatamente rifiutata.
    Riguardo i dispositivi jail-broken (e parlo da possessore di un 3G Jailbreak) Apple non ha alcuna responsabilità, oltretutto per il Jailbreak è (ormai) necessario collegare l’iPhone al computer ed eseguire un programma apposito, per cui la colpa è definitivamente dell’utente.

  4. @ Light:
    purtroppo se esiste il jailbreak la colpa è di Apple che ha deliberatamente castrato un ottimo dispositivo.

  5. @ Andre:
    ahahah, facciamo fare un post a TAL “iPhone da vittima a carnefice”? lol Apple può sì aver spinto la comunità a “voler evadere”, ma la colpa è e resta sempre e comunque di chi procede. d’altra parte vorrei capire chi ti obbliga a comprarlo l’iPhone. ti compri un altro telefono con il blutùt, flèsc su Safari (tanto per velocizzare un po’ il tutto no?), camera da un miliardo di gigapixel e via.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>