Via le app erotiche da App Store: Phil Schiller spiega perché

di Redazione 5

Simply Beach, app di costumi da bagno finita vittima della recente stretta puritana su App Store

Nei giorni scorsi un’ondata di puritanesimo si è abbattuta su App Store. Moltissime applicazioni il cui contenuto era anche solo lontanamente interpretabile come erotico sono state rimosse dall’App Store senza particolari spiegazioni.
Phil Schiller, Vice Presidente a capo della divisione Worldwide Product Marketing di Apple, ha spiegato al New York Times le ragioni che hanno portato a falcidiare questi applicativi. La prima e più importante? Le mamme arrabbiate per il turbamento dell’innocenza dei propri figli iPhone-dipendenti.

“Siamo arrivati ad un punto in cui ricevevamo proteste da donne secondo cui il contenuto stava diventando troppo degradante e  obiettabile e da genitori che erano arrabbiati per ciò che i propri figli potevano vedere.”

Insomma, una bella protesta i puro stile Moige di babbi e mamme arrabbiati perché incapaci di utilizzare al meglio le restrizioni parentali introdotte con l’iPhone OS 3.0 ha portato ad una delle più imponenti epurazioni della (pur breve) storia di App Store.

La questione dei Parental Controls è fondamentale, ma l’articolo del New York Times la liquida un po’ troppo in fretta con un solo paragrafetto che cita il solito Gene Muster, analista di Piper Jaffray, secondo cui il volume totale di queste applicazioni ha semplicemente superato il livello che Apple considerava accettabile.

Al di là delle proteste formali dei genitori un’altra delle motivazioni di questa pulizia di quasi-primavera potrebbe essere l’iPad. Le famiglie e i ragazzini sono sicuramente uno dei target a cui punta Apple con il proprio Tablet. Dare un’aria più rispettabile all’App Store togliendo di mezzo le applicazioni “overtly sexual”, apertamente erotiche, può essere funzionale proprio ad una migliore penetrazione del prodotto in questa fascia.

L’epurazione ha provocato veementi proteste da parte degli sviluppatori, come prevedibile. In particolar modo ci sono piccole software house il cui core business era rappresentato proprio dalle applicazioni “ammiccanti”, come la On The Go Girls, cui Apple ha fatto fuori una cinquantina di applicazioni in poche ore. Fred Clarke, il co-presidente dell’azienda, si è detto “scioccato” per quanto avvenuto, anche perché quella cinquantina di applicazioni garantivano un flusso di denaro in entrata non indifferente per la sua impresa.

Ora, senza voler togliere nulla alle applicazioni di Mr. Clarke, è pure vero che non saranno molti a sentire la mancanza di banalissime applicazioni come Dirty Fingers, in cui formose ragazze in bikini si prodigano a pulire il vetro sporco dell’iPhone dall’interno. Ma il buon gusto e la pessima realizzazione di una app (che comunque rispetta le linee guida Apple) non possono certo essere una discriminante per la rimozione, altrimenti non si saprebbe davvero che fare della pletora di programmini petanti che hanno invaso lo Store dopo il successo delle prime applicazioni flatulente e che ancora si possono scaricare liberamente.

La ricerca “p**n” su App Store, alcuni dei risultati. Notare la censura sulla parola secca, ma non sui composti.

La protesta di Clarke e altri che come lui hanno investito nel fragile settore delle applicazioni erotiche per iPhone è stata innescata soprattutto dal fatto che Apple ha applicato due pesi e due misure nella selezione delle applicazioni da falcidiare. Software sviluppati da venditori di lingerie sono finiti nel cestino assieme ai vari iBoobs mentre l’app Sports Illustrated, in cui natiche e seni strizzati in bikini troppo stretti abbondano, è ancora al suo posto su App Store. Stesso trattamento per l’App di Playboy.

“La differenza” ha detto Schiller in riferimento a Sports Illustrated “è che questa è una compagnia nota con materiale pubblicato precedentemente ampiamente disponibile in un formato considerato accettabile”. Per tutto ciò c’è un nome ed è ipocrisia. La dichiarazione del VP si può riassumere così: Sports Illustrated e Playboy sono due brand affermati e le mamme “arrotate” sanno di doversela prendere con Hefner e co., non con Apple, per l’immoralità dei contenuti; ergo: il problema non si pone.

Il VP, con ampio uso di sebbene e quantunque, ha precisato anche che in questo caso gli sviluppatori potranno fare ben poco. Apple ha a cuore i developers, ma in quest’occasione ha deciso di schierarsi dalla parte delle mamme arrabbiate, per venire incontro “alle necessità di genitori e bambini”.

Io non sono d’accordo in nessun modo con questo tipo di repulisti ipocriti e moralisti innescati dalle proteste di genitori che trovano più comodo protestare con le aziende anziché insegnare ai propri figli come usare la tecnologia nel modo migliore. E mi chiedo: se si ritiene che non basti l’attuale possibilità di bollare le app come adatte ad un solo pubblico adulto, sarebbe così difficile aprire una sezione 18+ dell’App Store, accessibile solo tramite autenticazione per i maggiorenni, con contenuti che non vanno oltre l’erosoft e che non possono essere inseriti in nessun’altra categoria di App Store?

Ma allo stesso tempo non sono nemmeno d’accordo con chi prende la palla al balzo per utilizzare questa vicenda come prova provata della chiusura di App Store contrapposta alla totale libertà di Android Market. Se sullo store virtuale di applicativi di Google ci fossero così tante applicazioni a sfondo sessuale e la piattaforma fosse più diffusa, soprattutto fra i ragazzini, le associazioni dei genitori protesterebbero in maniera altrettanto veemente, costringendo l’azienda a ripulire il Market in maniera non molto dissimile da quanto ha fatto Apple su App Store a questo giro.

Commenti (5)

  1. Fanno bene, occupano spazio inutile e se qualcuno vuol vedere l’erotismo, beh, la rete ne è piena!

  2. Plaudo alla Apple erano indecenti e rovinavamo la serietà dell’apple store! Bene così!

  3. tolgono queste applicazioni e lasciano quelle sulla scia di iMussolini….bah….

  4. No invece! non và un ciccio bene questa cosa!!! è tutta ipocrisia e incoerenza!

    sicuro come l’oro che questi genitori indignati lasciano i loro ragazzini scorazzare in internet a destra e a manca senza settare le politiche di sicurezza, tanto sono ignoranti: pensano forse che così smetteranno di farsi le pippe???
    cos’è ora? un mondo piu sicuro? se avessero visto anche solo una zinna fuori rimane comunque un buffetto al porno hard che gira….caproni ignoranti….

    era ok mettere una sezione apposita…tutto qui

    ps:non ho un melafono tanto per chiarire :P

  5. Beh quelle su mussolini o il comunismo hanno un loro perché.
    Per la verità anche queste l’avrebbero forse nel senso che comunque a quanto pare c’è richiesta.
    Forse dovrebbero fare uno store nello store con una password a parte ma voglio dire…alla fine un 14enne la saprà sempre più lunga di un 40enne…

    Certo non credo che Apple nei prossimi anni potrà ignorare questo mercato.

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