Apple domina la classifica Barron’s 500

di Redazione Commenta

Schermata 05-2456419 alle 15.44.47Nel corso degli ultimi mesi un numero sempre crescente di testate giornalistiche americane ha calcato non poco la mano sulla presunta “spirale” negativa di Apple.
Nessun indicatore positivo è bastato a convincere Wall Street Journal, New York Times, Forbes e molti altri nomi importanti dell’editoria americana che forse lo “spin” che hanno dato di recente alle notizie su Apple e sulla gestione Tim Cook, forse non rispecchiava esattamente la realtà finanziaria dell’azienda.
In totale controtendenza arriva ora il riconoscimento di Barron’s, nota rivista finanziaria statunitense, che ha piazzato Apple in cima alla propria classifica annuale delle migliori 500 aziende americane per l’anno appena trascorso.

“Il titolo può aver perso altitudine e considerazione, ma la performance operativa stellare ha finalmente catapultato l’azienda al primo posto della Barron’s 500, in crescita rispetto al secondo posto del 2012 e il quarto posto del 2011,” scrive la rivista. “Apple ma dimostrato che cosa serve – incredibile crescita delle vendite e un cash flow organizzato in maniera intelligente – per risultare vincenti nella nostra classifica annuale che cerca di identificare quelle aziende che hanno fatto il miglior lavoro di investimento a fini di crescita”.

Suona strano, dopo mesi di messe da requiem sotto forma di articoli ed editoriali, leggere parole simili nei confronti della Apple, soprattutto all’interno di un tempio della finanza più conservatrice come Barron’s. Una rivista che, per capire di che orientamento stiamo parlando, non troppo tempo fa ha schiaffato Obama in copertina titolando: “seguitemi, possiamo essere come la Grecia”.

Chissà che qualcosa, a livello mediatico, non stia cambiando. Per gli amanti del rapporto diretto fra prezzo delle azioni ed effettiva performance aziendale (indicatore totalmente sconquassato nel caso di Apple) va sempre ricordato che, almeno per adesso, Tim Cook è ancora in attivo. Quando prese il timone dell’azienda  ad agosto 2011 il titolo veleggiava sui 360$ per azione, oggi è a circa 450$.

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