Apple VS Samsung, cosa succede adesso?

di Redazione 2

Venerdì scorso la giuria del tribunale di San José ha emesso il suo verdetto: Samsung è colpevole e dovrà pagare ad Apple poco più di un miliardo di dollari di danni.
Adesso che cosa succede? Quali saranno le conseguenze dirette di questa decisione?
Con ogni probabilità i legali dell’azienda coreana ricorreranno in appello, mentre Apple proverà a far valere la sentenza per ottenere un’ingiunzione sulla vendita dei prodotti interessati dal verdetto.

Come abbiamo detto fin da subito, quella di Apple contro Samsung in California è stata una vittoria importante e decisiva, ma le cause ancora in corso nei tribunali di mezzo mondo devono ancora giungere a compimento, e non è detto che tutte siano favorevoli a Cupertino.

Ma il caso, comunque, non è ancora chiuso neppure in California. Apple potrà chiedere di far valere la decisione per ottenere il blocco dei dispositivi Samsung, mentre per contro l’azienda coreana ricorrerà quasi certamente in appello contro la decisione. Resta da capire, però, in che modo i legali guidati dall’avvocato Quinn decideranno di giocare le proprie carte.

Prima di richiedere un procedimento d’appello Samsung farà ricorso presso lo stesso tribunale contro la decisione della giuria, sulla base del fatto che i giurati avrebbero  impiegato troppo poco tempo per arrivare ad una decisione così importante e potrebbero per questo essersi lasciati scappare delle incongruenze importanti. Il giudice, infatti, oltre ad avere il potere di decidere se triplicare i danni sulla base della volontarietà delle violazioni, e se accettare le ingiunzioni sui prodotti “colpevoli”, può al contrario surclassare il verdetto della giuria e deliberare su base legislativa.

Secondo il noto sito Groklaw, che si occupa di analizzare i maggiori casi legali dell’universo tech, la giuria avrebbe, in pratica, fatto più di un errore tecnico nel valutare così velocemente (in meno di tre giorni) la questione.
Sulla base delle inconsistenze del verdetto i legali dell’azienda coreana potrebbero chiedere una mozione 50(b) e domandare varie attenuanti al giudice sulla base del fatto che la giuria non può aver preso una decisione in un lasso di tempo così breve.

Da questo punto di vista le interviste ai giurati pubblicate da Cnet e Reuters potrebbero dare man forte a Samsung. Uno dei giurati si è “lasciato scappare” che la giuria aveva già preso una decisione quasi unanime prima ancora di riunirsi per deliberare. Il portavoce della giuria, inoltre, ha parlato dei danni riconosciuti come di una giusta punizione, non irragionevole,  inflitta a Samsung.
La guida legale per i giurati parlava chiaro, però: i danni erano solo ed esclusivamente da intendersi come compensazione delle perdite per chi ha subito il mancato guadagno a causa delle violazioni e non una misura punitiva per la parte avversa.

Vedremo dunque nei prossimi giorni come continuerà ad essere disputata questa partita e quali saranno le scelte “tattiche” di Apple sulla scia di questa prima decisione (e di quel che ne conseguirà). Se denunciare direttamente Google non sembra essere una mossa conveniente, non dimentichiamo che fra gli altri fronti aperti ci sono ancora le cause contro HTC e Motorola, quest’ultima una controllata diretta del gigante di Mountain View.

Quanto alla tempistica: la giudice Lucy Koh ha probabilmente intenzione di posticipare l’udienza per le ingiunzioni richieste da Apple, prevista già per il 20 settembre. Entro oggi i legali Apple dovranno consegnare una lista dei prodotti Samsung per i quali hanno intenzione di chiedere un’ingiunzione, per ora senza motivazioni allegate. In ogni caso, prima di deliberare sulle ingiunzioni, il giudice dovrà decidere se e come rivedere al rialzo i danni per l’aggravante della volontarietà e soprattutto se accettare o rigettare la decisione della giuria sulla base del ricorso con mozione 50(b). Le udienze relative a questi aspetti del caso avranno dunque di sicuro la precedenza, ma non è ancora stata decisa una data definitiva.

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