Parallels Desktop 11 per Mac, come virtualizzare Windows 10 su OS X El Capitan

La scorsa settimana Parallels ha rilasciato Parallels Desktop 11 per Mac, la nuova versione del più famoso software di virtualizzazione per OS X.

Panoramica

I software di virtualizzazione come Parallels Desktop consentono di installare sistemi operativi come Windows, Chrome OS e Linux sul proprio Mac. Ciò si può rivelare utile in una molteplicità di circostanze, appartenenti sia all’ambito lavorativo che a quello videoludico.

Se un Mac è infatti un computer quasi perfetto per l’utilizzo domestico, può non esserlo sempre in ambito lavorativo, dove app proprietarie, radicatesi nei lontani anni ’90 la fanno ancora da padrone. Un’alternativa intelligente all’acquisto di un PC Windows solo per il lavoro può essere quello di creare una partizione riservata con Boot Camp, o creare una partizione virtuale su OS X tramite Parallels.

Discorso analogo può essere effettuato in campo videoludico, dove, nonostante l’uscita di Mac App Store e app cross-platform come Steam, alcuni titoli ancora latitano. Anche in questo caso virtualizzare Windows con Parallels o altri software come VMWare è certamente più comodo ed economico rispetto ad acquistare un nuovo PC.

Novità

Come di consueto, abbiamo avuto modo di testare per voi Parallels Desktop 11, che introduce il supporto completo a Windows 10 ed è già pronto per OS X 10.11 El Capitan.

Questa versione di Parallels ricalca la filosofia dietro a OS X El Capitan: non introduce infatti grosse novità, ma tende a portare tutta una serie di migliorie ed ottimizzazioni sotto il cofano che ne migliorano nettamente le prestazioni, e ciò è visibile anche nell’utilizzo pratico di tutti i giorni, con operazioni più veloci in ogni contesto.

Oltre a questo, è stata migliorata l’integrazione tra Windows e OS X: ora è possibile aprire i file Windows con Quick Look, accedere ai dati di localizzazione dalle app Windows, utilizzare Cortana, il nuovo assistente virtuale Microsoft, su Mac ed accedere alla modalità Coherence con un solo click sul pulsante azzurro nella finestra di virtualizzazione. Niente di speciale, ma piccole ottimizzazioni nell’esperienza utente che testimoniano la grande attenzione dell’azienda al prodotto.

Configurazione

L’installazione delle macchine virtuali non ha subito variazioni rispetto a Parallels Desktop 10 per Mac. È sempre possibile installare i vari sistemi operativi guest da CD/DVD, penna USB, file .ISO o scaricandoli direttamente dal Convenience Store.

Maggiore è tuttavia l’attenzione all’ottimizzazione del sistema. Verrà infatti richiesto il tipo di utilizzo che si intende prevalentemente effettuare sulla macchina virtuale, con un focus più intenso sull’ambiente di sviluppo e quello videoludico, più dispendiosi e avidi di risorse. Per questo motivo è stato introdotto un apposito piano Pro, che garantisce il supporto a tool di sviluppo, diagnostica e management avanzato.

Funzioni

Come già preannunciato, Parallels Desktop 11 per Mac consente l’integrazione nativa di Cortana in OS X, per abilitare la quale dovrà essere eseguito un setup minimo, abilitando la funzione all’interno della macchina virtuale Windows 10 e permettendo l’accesso al microfono integrato.

 

La nuova versione del software di virtualizzazione aggiunge inoltre il supporto a Force Touch (per il momento disponibile solo sul Trackpad del nuovo MacBook) e nella Pro Edition estende le possibilità delle macchine virtuali, fornendo un boost alle prestazioni, dal momento che vengono adesso supportate fino a 16 CPU virtuali e 64GB di RAM virtuali.

Sono inoltre disponibili tool di gestione avanzati, tra cui un simulatore di network instabile ed ovviamente la profonda integrazione dei vari servizi cloud (Dropbox, Box, iCloud Drive), introdotta con Parallels Desktop 10, è mantenuta ed anzi migliorata nelle configurazioni Pro e Business.

Prestazioni

Utilizzando Parallels Desktop 11, si nota un generale incremento delle prestazioni rispetto alla versione precedente. L’apertura di app e i processi di accensione e spegnimento sono più veloci, così come la velocità di sospensione. L’azienda riferisce che siano più veloci rispettivamente del 50% i primi 2 e del 20% l’ultimo. Capite bene che quantificare esattamente l’entità della maggior velocità non è così semplice, ma la sensazione è proprio quella.

Oltre alle modifiche alla potenza, sono state introdotte migliorie anche per quanto riguarda l’autonomia: con la Modalità viaggio l’azienda sostiene che il risparmio energetico possa consentire un aumento di autonomia del 25% circa. L’opzione è attivabile dalle Preferenze dell’app ed è possibile gestirne il comportamento, scegliendo di limitare i processi più esosi (a discapito delle prestazioni) in ogni momento o solo quando la batteria del portatile scende al di sotto di una certa percentuale.

Parallels Access

Un comodo plus a Parallels Desktop 11 per Mac è costituito dall’app iOS Parallels Access. Compresa nei vari piani, essa permette di prendere il controllo delle macchine virtuali da iPhone e iPad, così come TeamViewer o VNC permettono di fare con il proprio Mac, in modo da avere sempre a portata di tap tutte le app di cui si ha bisogno (anche se Windows o Linux).

Conclusioni e prezzi

È difficile migliorare ciò che è già completo e ottimizzato, ma Parallels ci è riuscita anche stavolta. La mancanza di nuove e corpose novità non è da attribuirsi alla mancanza di fantasia, quanto ad una maturità generale che Parallels Desktop, OS X El Capitan, Windows 10 e gli altri sistemi operativi hanno raggiunto. Degni di nota invece i miglioramenti ad autonomia e prestazioni, che consentono di fare sempre di più con meno e – come sappiamo – less is more. Confermato a pieno titolo il voto dello scorso anno.

Parallels Desktop 11 per Mac può essere acquistato al prezzo di 79.99€ nella versione stand-alone (49.99€ se si aggiorna da una versione precedente) e nelle versioni Pro e Business in abbonamento al prezzo di 99.99€/anno direttamente sul sito Parallels.

Voto: 9.5/10

Andrea Corsi

Medico. Appassionato di mele non completamente mangiate da più di metà degli anni che porta.

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Andrea Corsi

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