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iRadio: Google batte Apple sui tempi grazie a denaro e contratti meno stringenti

Durante la sua annuale conferenza ricca di sorprese alla Google I/O, la compagnia di Mountain View ha presentato una nuova feature di Google Play Music che permette, pagando una piccola tassa mensile (10 dollari), di accedere ad un enorme archivio musicale per l’ascolto di musica in streaming. Mentre le radio personalizzate spopolano (Spotify e Pandora ne sono un esempio) Apple sembra non riuscire a bissare il successo di iTunes, registrato dieci anni fa.

iRadio, il fantomatico servizio di streaming musicale che Cupertino avrebbe avuto in programma da mesi, latita ancora, e potrebbe non essere pronto nemmeno per la WWDC. La ragione per la quale Cupertino non avrebbe ancora le carte pronte per il lancio di iRadio è semplice: mancano le firme di alcune importanti etichette discografiche.

Pare infatti che Sony e Warner, due delle quattro grandi case discografiche statunitensi, non si siano ancora fatte convincere da Eddy Cue e dalle clausole sui contratti presentati da Apple. Sembra che Cupertino voglia pagare alle etichette una combinazione di royalities per ogni riproduzione musicale, a cui si aggiunge un guadagno per le pubblicità che saranno riprodotte in iRadio, cui fa coda un pagamento minimo nel caso in cui le prime due fonti di denaro non superassero una certa soglia minima.

Google, nel frattempo, avrebbe pagato di propria tasca le etichette discografiche per velocizzare il lancio del suo servizio, e anche grazie ad un sistema più classico (pagamento di una quota mensile), sarebbe riuscita ad ingraziarsi i grandi produttori musicali statunitensi. Il servizio di Apple, al contrario, pare unirà funzioni a pagamento on-demand a riproduzioni gratuite. Un contratto come questo, spiegano le fonti di The Verge, richiede molto lavoro. E Apple non lo ha ancora terminato.

CNET, in un aggiornamento riguardo la questione, scrive:

Apple e Sony Music, la seconda più grande etichetta discografica al mondo, stanno ancora cercando di individuare i dettagli riguardanti quanto dovrebbe pagare Apple per una canzone che viene ascoltata fino ad un certo punto e poi skippata, stando a persone vicine alla negoziazione.

Anche le altre etichette discografiche vorrebbero vedere Apple lanciare iRadio. La questione dello skip delle canzoni, infatti, starebbe annoiando non poco Universal e Warner, che vedono nel servizio in preparazione ad Apple un modo per salvare l’industria musicale (o per farle un massaggio cardiaco aspettando tempi migliori).

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Redazione

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