Il ruolo di Ive, dopo la dipartita di Jobs, non è cambiato. E’ anzi probabile che il potere di Jony all’interno dell’azienda sia ancora maggiore e tutto fa pensare che un “uomo dei numeri” come Tim Cook abbia ben presente il valore del suo collega.
Schivo e riservato, primo fautore di quel “maniacale” voto di segretezza che caratterizza ogni divisione dell’azienda di Cupertino, Sir Jony, Cavaliere di Sua Maestà dal 2011, ha rilasciato una rara ed esclusiva intervista all’Evening Standard di Londra in cui parla del ruolo del design all’interno di Apple e del modo in cui lui e il suo team affrontano la creazione di nuovi prodotti.
L’intervista è ricca di passaggi interessanti ma non aspettatevi rivelazioni di alcun tipo. E’ più che altro uno sguardo d’insieme all’approccio Apple nei confronti del design e dell’innovazione e un’interessante descrizione in prima persona della filosofia che sta dietro il complesso processo creativo che Jony e il suo team hanno affinato nel corso di un quindicennio.
“Ciò che mi piace del processo creativo, e so che può suonare un po’ ingenuo,” spiega Ive, “è quest’idea che un giorno non hai nessuna idea e il giorno dopo c’è un’idea. Lo trovo incredibilmente entusiasmante e decisamente importante da un punto di vista concettuale”.
E se la volontà di trovare nuove idee secondo un processo fatto di ideazione, prototipazione e produzione è il meccanismo semplice e fondamentale, il “movente” è altrettanto “minimale”, secondo Sir Jony:
“I nostri obbiettivi sono molto semplici: progettare e realizzare prodotti migliori. Se non possiamo fare qualcosa che sia migliore, non lo facciamo”.
Un’affermazione che si sposa perfettamente con l’eredità di Steve Jobs, da sempre “fiero dei no” con cui Apple ha rifiutato di imbarcarsi nella realizzazione di moltissimi prodotti per i quali esisteva un’idea non giudicata matura o necessaria.
In un altro interessante passaggio dell’intervista Ive spiega che cosa differenzi Apple dalla concorrenza in relazione al design:
“Molti dei nostri concorrenti sono interessati a fare qualcosa in maniera diversa, o vogliono apparire nuovi – credo che questi siano gli obiettivi sbagliati. Un prodotto deve essere genuinamente migliore. E’ un processo che richiede un’incredibile disciplina ed è ciò che ci guida: una genuina volontà di realizzare qualcosa che sia migliore.”
L’intervista contiene molti altri spunti interessanti, lettura decisamente consigliata.
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