David Kelley è il fondatore di IDEO, una design firm Californiana fra le più note e innovative al mondo. Kelley è stato anche un grande amico di Steve Jobs, che fu uno dei primi clienti della IDEO negli anni ’80. Per la Apple di allora Kelley e il suo team progettarono fra le altre cose il Lisa, l’Apple III e il primo mouse commercializzato dall’azienda di Cupertino, quello che doveva costare soltanto 17$.
Charlie Rose l’ha intervistato per 60 minutes: il risultato è un servizio must-watch. E c’è anche qualche chicca sul fondatore Apple.
La passione che trasuda dal modo in cui David Kelley parla dei suo progetti e del “design thinking” che guida l’approccio di IDEO al problem solving, fa capire perché Steve Jobs abbia creduto fin da subito nel suo lavoro e perché, dopo quelle prime collaborazioni, Kelley sia diventato uno dei migliori amici del co-fondatore Apple.
Nell’intervista Kelley condivide anche particolari toccanti. Quando al fondatore di IDEO fu diagnosticato una forma aggressiva di tumore alla gola, Steve Jobs gli offrì il suo supporto e gli consigliò di non cercare di ricorrere a soluzioni alternativa, ma di affidarsi subito alla medicina occidentale.
Jobs aveva imparato sulla sua pelle l’errore, quando fra il 2003 e il 2004 lasciò trascorrere quasi un anno dalla diagnosi del suo tumore all’operazione, per inseguire cure orientali che, secondo molti, fecero accumulare un ritardo sulle cure che a lungo termine gli fu fatale.
Era l’inizio del 2007, e Kelley era sotto trattamento. Steve Jobs gli fece visita e gli regalò un iPhone primo modello. Nel tentativo di attivarglielo con AT&T qualcosa andò storto e il telefono non ne volle sapere di funzionare. Il co-fondatore provò la carta “Sono Steve Jobs” con il supporto di AT&T, ma niente da fare.
“Sono sicuro che il tizio dall’altra parte del telefono gli rispose qualcosa del tipo: ‘Si amico, come no, e io sono Napoleone. Falla finita!'”, ricorda Kelley con una risata.
“Il maggior pregiudizio su Steve Jobs” aggiunge in un altro spezzone dell’intervista, “è quello di pensare che fosse malvagio e che fosse volutamente cattivo con le persone. Non lo era, cercava solo di far portare a termine le faccende”.
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la parola "malicious" usata da Kelley nell'intervista sarebbe meglio tradotta in "malvagio" in questo contesto :)
Verissimo, mi sono lasciato ammaliare dal false friend! Ho corretto!