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Impronte digitali: il sensore di Apple sarà un fallimento

La concorrenza

Vi sarà capitato di vedere computer o dispositivi portatili con tanto di sensore per il riconoscimento delle impronte digitali. Benché la tecnologia si sposi difficilmente, per i motivi appena citati, con il riconoscimento biometrico, compagnie come Samsung, Motorola e LG hanno provato ad introdurre sensori per le impronte digitali sui loro device.

L’ultimo caso è l’Atrix 4G di Motorola, lanciato nel 2011. Il dispositivo, che non ha avuto un grande successo, è stato accolto da buone recensioni. Il sensore non è stato però stato visto come fondamentale per il device, e si trovano facilmente sulla rete dichiarazioni di utenti che, già dopo sei mesi, si sono trovati con un sensore non funzionante.

Ma il merito dell’idea di mettere un sensore di questo genere su un telefono va a Siemens, che nel 1998 aveva sviluppato un prototipo completo di riconoscimento delle impronte. Sarà però Sagem, nel 2000, a commercializzare l’MC 959 ID con sensore per il riconoscimento delle impronte digitali. Questo per dire che Apple, come al solito, non è la prima a proporre una soluzione di questo genere.

Sappiamo però che, come è accaduto spesso, la soluzione di Cupertino tende ad essere la migliore.

Benché un chip NFC e un unico sistema standardizzato per effettuare i pagamenti digitali non esista ancora (e Apple sembra non essere particolarmente attratta alla questione), rimane interessante osservare l’interesse di Cupertino verso la sicurezza per il proprio iPhone. iOS 7 ha introdotto una funzione che permette di attivare un iPhone in modalità smarrito solo se si conoscono Apple ID e Password dell’utente, rendendo di fatto inutilizzabili dispositivi rubati bloccati tramite Find my iPhone. Il riconoscimento delle impronte digitali su dispositivi mobili potrebbe rappresentare il prossimo passo della sicurezza informatica, ma rimane da capire se i tempi siano maturi.

Per quanto resistente possa essere lo zaffiro, la forma convessa del pulsante Home lo sottoporrà ad uno stress maggiore, sia quando si troverà in tasca che quando sarà appoggiato su qualche superficie. La domanda è: può il sensore nascosto nel nuovo pulsante Home sopravvivere tre anni, migliaia di pressioni, acqua, polvere e cadute? Secondo esperti come Geppy Parziale la risposta è, semplicemente, no.

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Redazione

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  • Articolo molto interessante! Messa così sembra davvero una scelta discutibile, ma vediamo cosa salta fuori.

  • Articolo molto interessante!
    Messa così sembra davvero una scelta discutibile, ma vediamo cosa salta fuori da Cupertino!

  • Non ho mica capito perché secondo gli esperti del settore non sarebbe possibile avere un buon riconoscimento su un dispositivo come iPhone.

    Cioè, voi poi scrivete tutta la tecnologia, ma perché non sarebbe possibile col CMOS? Alla fine forse non sarà preciso come il touchless, ma nulla di impossibile no?

  • Non credo che a cupertino azzarderebbero tanto su una funzione cruciale dell'esperienza d'uso. (ve lo immaginate la gente che impreca perche' si vede ripetutamente negato l'accesso). Quindi o hanno trovato una soluzione efficace o, considerato che parliamo di rumors, si tratta di altro. Magari semplicemente di un controller. Staremo a vedere.

  • Di solito fate ottimi articoli, ma questo non l'ho capito. Non vedo un seguito all'"Ecco perché". Perché mai divrebbe essere un fallimento? Era un articolo strappa letture?

    • @Thomas boccaccia: Può darsi che ti siano scappate la seconda e la terza pagina dell'articolo. Trovi i pulsanti per navigare tra le pagine in fondo al testo della prima pagina.

  • Articolo molto interessante e ben dettagliato. Vediamo che soluzione proporrà apple. Unica domanda e che tipo di protezione una persona comune deve avere sul telefono. Ci sono già tantissime soluzioni. L'impronta mi sembra un Po futuristica ma inutile. Se rubano un iPhone ci sono soluzioni per inizializzarlo. Più importante è lavoratore suola sicurezza del telefono e dati esposto alla rete. Il,ladruncolo ti ruba il telefono, il professionista ti ruba i codici della carta di credito.

  • Mah, francamente fatico a capire come possa essere più sicuro utilizzare un'impronta digitale che è sì un codice estremamente personale, ma viene disperso centinaia di volte al giorno ogni volta che tocchiamo qualcosa. Un po' come se ogni volta che andiamo al bar, apriamo una porta, prendiamo un oggetto lasciassimo un post-it con il codice del nostro bancomat.
    Per obiettivi di alto valore non ci sarebbe nulla di più semplice che sottrarre un bicchiere appena toccato in un bar, rubare l'iphone e avere accesso a tutto!
    E questo senza nemmeno entrare nella questione della raccolta di dati biometrici effettuata da privati
    Francamente continuo a preferire la mia cara password!
    Alessandro

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