Gli avvocati delle parti hanno espresso le loro ragioni e sebbene il giudice non abbia ancora espresso una decisione, ha lasciato intendere la propria interpretazione del caso, spingendo i contendenti ad un accordo per il pagamento di royalties.
In ballo, almeno inizialmente, c’erano le possibili richieste reciproche di ingiunzione. Apple in particolare aveva avanzato la richiesta di bando per i prodotti della concorrente che secondo i legali di Cupertino violerebbero 4 brevetti.
Nulla di tutto ciò verrà approvato da Posner, secondo cui bloccare i prodotti di Motorola equivarrebbe ad innescare effetti catastrofici per il mercato e per i consumatori.
Per gli avvocati Apple Motorola dovrebbe però procedere alla rimozione delle tecnologie che usano i brevetti della Mela dai propri telefoni, ma per Posner non va bene nemmeno questa interpretazione e ha suggerito che la via più semplice è un “normale” accordo di licenza fra le parti.
Se le aspettative dei legali Apple sono uscite assai ridimensionate dall’incontro con il giudice, meglio non è andata a Motorola, i cui avvocati si sono beccati una “lavata di capo” per il loro tentativo di richiedere un’ingiunzione sulla base di un brevetto FRAND (ovvero concernente tecnologie ineludibili nell’ambito della produzione dei telefoni cellulari) quale è il solo e unico brevetto di cui Motorola sta contestando la violazione in questo caso.
Con un altro commento piuttosto sentito, il giudice Posner – noto per le sue maniere dirette che non prevedono i “mezzi termini” – ha infine esplicitato ciò che molti pensano, ovvero che il sistema dei brevetti americano è diventato ormai un vero e proprio “caos”.
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