Sul processo di approvazione delle applicazioni in App Store, qui su TAL abbiamo speso barattoli e barattoli di inchiostro virtuale: tanta ammirazione per l’esimio lavoro portato avanti da Apple con il suo innovativo, e pluri-copiato, negozio virtuale di applicazioni e anche tante critiche sulla gestione dell’approvazione dei contenuti che in asso appaiono. Esclusioni ingiustificate (la famosa “censura made in Cupertino”) e talvolta qualche favoritismo di troppo verso i “big” dello sviluppo.
Tutto questo, però, potrebbe essere un vago ricordo dato che da pochissimo tempo Apple ha introdotto un metodo semi-automatico di approvazione delle App. Un meccanismo in grado di capire automaticamente se il codice dell’applicazione sottoposta ad approvazione rispetta le regole della “iPhone SDK” per poi permettere all’occhio umano di controllarne solo la “non oscenità” dei contenuti.
I vertici di Apple vogliono così tutelarsi da critiche mediatiche che, se continuate nel tempo, sono in grado di screditare profondamente il processo di applicazione delle App e di conseguenza App Store stesso. Il metodo “automatizzato” prevede, senza entrare in tecnicismi, il controllo del codice dell’applicazione per verificare che siano state utilizzate solo le API pubbliche fornite nella iPhone SDK e non API private che sono ad esclusivo uso di Apple.
Non mancano, anche in questo caso, esclusioni clamorose. Come riporta AppleInsider, lo sviluppatore di RogueSheep si è visto rifiutare il proprio lavoro per via di un errore di denominazione. L’applicazione infatti presentava il nome di una API privata per catalogare un processo creato dallo stesso developer. Ovviamente lo sviluppatore si è arrabbiato parecchio e, insieme ad altri, ha chiesto ad Apple una copia del sofware di analisi delle App per poter evitare tali disguidi.
Sembra dunque finita l’epoca in cui la dirigenza di Apple poteva dare la colpa di mancate approvazioni (o al contrario di “approvazioni incredibili”) riguardanti “codice non appropriato” al proprio staff. Un punto fondamentale per offrire chiarezza sia a coloro che sviluppano software per iPhone e iPod touch che per noi che ci limitiamo ad acquistare nel negozio online di applicazioni più famoso al mondo. Svolta decisiva anche per diminuire i tempi di approvazione di tali contenuti digitali.
Il lato umano nel processo di approvazione, come scritto sopra, rimane e sarà ancora necessario per parecchio tempo per via del controllo diretto dei contenuti che, per fortuna, una macchina non è ancora in grado di valutare.
gianji 23/11/2009 il 17:37
Per ogni scelta ci sono sempre dei compromessi.. Applicazioni complicate e di un certo spessore hanno una via preferenziale com’è in tutti i campi.. I developer famosi fanno fare maggiori introiti..