EPEAT fa chiarezza sulla certificazione del MacBook Pro Retina

di Redazione 3

La decisione del Registro dell’EPEAT di assegnare la certificazione “Gold” al MacBook Pro Retina Display, ufficializzata nei giorni scorsi, ha fatto piovere critiche sull’ente, ritenuto responsabile di una “revisione” dei termini tale da permettere la promozione del prodotto Apple.
La voce più critica era senza dubbio quella del fondatore di iFixit, che però, secondo la chiarificazione che l’EPEAT ha affidato alla stampa ieri, non avrebbe ben capito in quali termini viene giudicata la “smontabilità” dei dispositivi di cui tiene conto la certificazione finale.

Il gran polverone che è stato sollevato da Greenpeace e dall’intervento di Kyle Wiens, spiega l’EPEAT, è in gran parte ingiustificato. Il motivo è che l’ente, per certificare i prodotti contestati, ha semplicemente seguito le linee guida prevista.

Per quanto riguarda l’aggiornabilità del dispositivo l’EPEAT si è limitata a prendere atto che i computer analizzati hanno la possibilità di essere aggiornati  tramite componenti collegati “attraverso un Universal Serial Bus ad alta performance (IEEE Std 1394 ™ [B4]) o un Universal Serial Bus (USB)”, proprio come viene indicato nei criteri dell’ente.

Ancora più interessante l’aspetto della “riparabilità”, sul quale EPEAT fa chiarezza una volta per tutte: non ci importa quando un dispositivo sia facile da aprire per uno smanettone, è il senso, ma ci interessa che lo sia per chi lo dovrà smontare per riciclarne le componenti.
Ecco quanto scrive l’ente nella sua “difesa” pubblicata ieri:

“Riguardo lo smontaggio: i criteri in discussione fanno parte della sezione dello standard che si occupa del Design for End of Life – questo è: progettazione del prodotto finalizzata ad un riciclaggio efficace. I criteri messi in dubbio non sono indirizzati in alcun modo alle procedure di ricondizionamento o riparazione. Ancora: alcuni possono pensare che ci dovrebbero essere maggiori standard riguardo lo smontaggio a fini di ricondizionamento e riparazione (e accogliamo il loro parere) ma questi criteri non si applicano a quell’argomento”.

Quanto al fatto, sempre contestato da iFixit e Greenpeace, che l’EPEAT possa aver rivisto gli standar appositamente per permettere l’approvazione di questi prodotti, l’ente ci tiene a rimarcare che tale revisione non è un atto monocratico e insindacabile. Il processo di revisione degli standard è basato su un percorso collegiale al quale danno il proprio contributo ecologisti, produttori, agenzie governative, ricercatori, aziende di riciclaggio ed altri ancora.

Commenti (3)

  1. Sanno come chiarire le situazioni… Questo è sicuro… La verità? Non si saprà mai…

    1. @KingMac: La verità è che se un apparecchio come quello in questione, di qualsiasi marca, non è smontabile o apribile facilmente da un utente non abilitato a ripararlo o, comunque, a manipolarne i componenti interni, non ci può, a mio avviso, essere alcunché di critica.

    2. @Raf Faele: La verità è che riparare un macbook pro retina non interessa a nessuno farlo da soli in particolare perchè c’è una garanzia di 2 anni.
      dopo i 2 anni se avrai necessità ti costerà un po’ di più ripararlo (sempre che si rompa).
      Con 8 gb o 16 gb di ram, e un disco ssd non credo servirà aggiornare questo prodotto per mooolto tempo (contando che con un dual core vecchio e 2 gb di ram riesco ancora a fare quasi tutto anche se con un po’ di fatica).
      insomma è un prodotto che mi fa gola, che poi sia pro o meno poco m’importa in fondo mi serve un prodotto che sostituisca un desktop in potenza e che sia molto leggero. il macbook retina da 15 pollici rappresenta un potenza inimmaginabile con un peso di soli 2 kg accettabili (ancora meglio se incollavano un po’ di più e fosse pesato 1.5kg oppure se il 13 pollici avesse avuto una scheda video dedicata)…
      non dimentichiamo che rivendendolo e aggiungendo i soldi dell’aggiornamento dopo 3-4 anni si ci può praticamente comprare un computer della stessa fascia, anche apple, quando magari anche gli altri produttori avranno capito che ci vogliono delle workstation leggere e il costo si sarà anche abbassato.
      insomma preferite prendere un computer potente pesante aggiornabile, leggero poco potente aggiornabile oppure potente leggero ma non aggiornabile? contando che comunque tra 4 anni al massimo si cambia quasi sicuramente computer, che anche aggiornandolo non sarà mai nuovo e che rivendendo il vecchio + i soldi dell’aggiornamento si ricava un computer nuovo con prestazioni sempre al top io ci penserei bene prima di fare l’errore di dare ascolto a certa gente

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>