Apple prende posizione contro la sigaretta elettronica

di Redazione Commenta

Erano ben 181 le app legate al consumo di sigaretta elettronica sullo store della Apple, erano poichè sono state ufficialmente “bannate” dalla casa di Cupertino. Molte di queste app aiutavano l’utente finale a comporre la propria miscela in base a dei calcoli sull’aroma, la nicotina ed altri ingredienti che compongono la sostanza da “svappare”. Una posizione importante quella di Apple, che aveva già dato un’avvisaglia ad inizio giugno, quando non permetteva l’aggiunta di nuove app legate al mondo della sigaretta elettronica.

sig elettronic

Senza dubbio alcuno questa scelta aziendale avrà risonanza negativa sulle casse della casa madre, poichè si parla di oltre 150 app con più di 2 milioni di utenti ed utilizzatori totali.

Apple, che ha visto un aumento delle proprie spedizioni in Cina nei mesi di settembre e ottobre del 6%, diventando sempre più un brand “globale”, si dice felice della scelta intrapresa ed ha voluto far sapere le ragioni della sua posizione pubblicamente.

La spiegazione della casa madre è stata estremamente chiara, la Apple ha seguito pedissequamente le direttive dell’American Heart Association, che ha associato varie patologie al consumo di sigarette elettroniche. In accordo con queste linee guida Apple ha rivalutato i parametri per la revisione delle app dell’App Store ed ha deciso di togliere al proprio store queste applicazioni, che in qualche modo incoraggiavano l’utilizzo delle sigarette elettroniche.

Altri casi illustri

È fuor di dubbio che le scelte commerciali di varie aziende siano legate al territorio e alle direttive governative. Come non citare il caso del decreto dignità introdotto in Italia nel giugno di quest’anno che ha visto grossi colossi dei casinò e gaming online dover rinunciare ad essere sponsor di club di calcio ed eventi, come Leovegas Italia ed altre case di giochi online. Tutte le aziende, difatti, Apple non esclusa, hanno sempre la necessità di essere presenti sul territorio con degli esponenti di fiducia, per poter apprendere ed individuare falle normative, o parametri ai quali i vari settori aziendali devono conformarsi.

Vero è, che alle volte le leggi e le norme dei singoli stati possono creare opportunità per le grosse aziende, è il caso ad esempio dell’Irlanda, piccolo “paradiso” fiscale europeo in cui tante grosse compagnie hanno piazzato le proprie sedi fiscali, agevolate da una tassazione sul lavoratore molto più bassa rispetto ad altri paesi. Ancora Malta, oppure Panama, offrono tassazioni agevolate sia per lavoratori autonomi, sia per aziende e non è raro che grossi colossi soprattutto di gaming e casinò, decidono di spostare le proprie residenze in questi luoghi.

L’effetto Greta Thunberg

Altro fattore fondamentale è la sostenibilità diventato ora un “must” in seguito alla risonanza mediatica che ha avuto la piccola Greta riguardo alla sensibilità ambientale. Ormai le aziende non possono più tirarsi indietro di fronte a tali responsabilità, non è un caso che la stessa Apple abbia adottato una politica all’avanguardia di riciclo globale e che sia tanto attiva anche nelle Giornate Della Terra. La creazione di Daisy per il riciclaggio dei componenti di scarto dell’iPhone ed il report annuale presentato in occasione della Giornata Della Terra 2019, mostrano un certo interesse per l’ecosostenibilità e al mondo “green”. Le ragioni sono da andare a ricercare anche nella “brand reputation”, cioè il valore non tangibile di un’azienda, che racchiude valori non riconducibili al prodotto o servizio direttamente, ma a come questi servizi vengono erogati, se si rispettano parametri ambientali e di sicurezza sul lavoro. Si può quindi parlare di un vero e proprio effetto Greta, che sta letteralmente rivoluzionando la sensibilità ambientale mondiale e sta trainando con sè valori importanti diventati imprescindibili per qualsiasi azienda che si affaccia sul mercato.

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