Ex-dipendente Apple fa causa ad Apple: Jobs gli aveva offerto un lavoro a vita

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Apple e Steve Jobs hanno sempre amato Keynote, il software per la creazione di presentazioni animate utilizzato anche in tutte le conferenze e gli incontri ufficiali di Cupertino. Non sono CEO e Vice Presidenti a preparare le slide di queste presentazioni, ma piuttosto un team di addetti ai lavori. Tra questi ce n’è uno, licenziato di recente, che dice di essere stato ingiustamente licenziato. Jobs gli avrebbe promesso un lavoro per tutta la vita.

Il dipendente scontento si chiama Wayne Goodrich, e fino allo scorso dicembre ha lavorato ad Apple come produttore esecutivo delle presentazioni pubbliche, dicendosi anche consigliere personale di Jobs. Goodrich sostiene di avere seguito lo sviluppo di molti importanti eventi Apple, e di avere lavorato alle presentazioni che hanno introdotto al mondo iPhone e iPad. Non solo, Goodrich è anche stato il primo a introdurre Apple a Siri, la compagnia che Cupertino avrebbe acquisito per lo sviluppo dell’assistente vocale di iOS ora disponibile su iPhone 4S e iPad di ultima generazione.

Goodrich rivuole indietro il suo lavoro. L’ex addetto alle presentazioni spiega che nel 2005 aveva avuto una conversazione personale con Jobs, di ritorno dalle cure mediche, durante la quale gli era stato assicurato un posto ad Apple fino alla sua pensione. Goodrich ha fatto ora causa a Cupertino. Nel documento ufficiale depositato in tribunale si legge: “Questa espressa promessa di Steve Jobs è consistente con la pratica applicata da Steve Jobs, che lavorava per l’accusata Apple, di promettere un lavoro sicuro ad alcuni importanti impiegati che avevano lavorato con lui per diversi anni“.

Goodrich assicura che Jobs avrebbe ripetuto la stessa promessa una seconda volta, nel 2010, ma otto mesi fa l’ex-dipendente di Cupertino si è visto dare il benservito. Goodrich non sarebbe stato licenziato per problemi legati al lavoro, ma perché le sue azioni vincolate stavano per venire sbloccate, e Cupertino non era disposta a lasciargliele.

Goodrich dovrà riuscire a provare che quelle conversazioni con Steve Jobs sono davvero avvenute, o il pool di avvocati di Apple, di ritorno dal processo contro Samsung, potrebbe trovare un caso fin troppo semplice da demolire.

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