Restrizioni di App Store, perché i cambiamenti? Sondaggio

di Redazione 2

Giovedì scorso, con una mossa inattesa, Apple ha allentato alcuni dei limiti dell’App Store. In particolar modo sono stati rivisti i paragrafi 3.3.1, 3.3.2 e 3.3.9 dei termini di servizio di iOS 4 che impedivano l’utilizzo di compilatori di terze parti come il packager for iPhone di Adobe e che, almeno sulla carta, mettevano i bastoni fra le ruote ad AdMob, la concessionaria di pubblicità mobile di Google, diretta concorrente di iAd. Per la prima volta Apple ha pure pubblicato le linee guida sulle metodiche di approvazione delle applicazioni su App Store.

Si tratta senza mezzi termini di una marcia indietro da parte di Apple rispetto a quelle posizioni prese da Steve Jobs in persona con la sua lettera aperta “pensieri su Flash” in cui veniva offerta una legittimazione alle restrizioni in atto.

[Sondaggio a fine articolo]


Quali sono dunque le ragioni che possono aver spinto Apple ad operare queste modifiche? Le ipotesi sono principalmente tre.

Apple dice di averlo fatto in seguito al feedback ottenuto dalla comunità degli sviluppatori, ma non è invece da escludere che il timore di sanzioni da parte della FTC, presso la quale Adobe avrebbe “protestato” per il blocco al Flash compiler, abbiano avuto un ruolo in questa improvvisa apertura.

C’è infine il fattore Android. La concorrenza del SO mobile di Google ha uno dei suoi punti di forza nella contrapposizione della propria “openness” alla “chiusura” del modello App Store, nonostante questo si traduca spesso nella libertà per i carrier  di sfruttare a proprio favore e a scapito degli utenti questa apertura. Ma il marketing, si sa, è fatto di slogan e messaggi semplici, non di precisazioni tecniche che non vengono comprese dai più. In questo senso una maggior trasparenza dell’App Store era il minimo che si potesse fare per rispondere efficacemente all’offensiva androidiana.

Tre ragioni principali, dunque. Quale secondo voi ha giocato il ruolo più importante nel convincere Steve e co. della necessità di rivedere la posizione di Apple? Rispondete al sondaggio e non dimenticate di dire la vostra nei commenti.
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Commenti (2)

  1. Era importante che non si affermasse un filone di applicazioni non ottimizzate per iPhone, ma semplicemente trasportate in automatico da Flash.
    Ora che l’AppStore è pieno di applicazioni di grande qualità saranno gli sviluppatori stessi ad utilizzare al minimo strumenti automatici come Packager.

  2. Primo fra tutti il pericolo di una multa della FTC. Nonostante io sia d’accordo con apple nell’impedire ai vari cross compiler di realizzare app per iphone, resta il fatto che sia una pratica anti concorrenziale.

    IMHO tra qualche mese assisteremo a una divisione piu o meno netta tra le applicazioni xcode-only e le app generate come porting da altri linguaggi. Arriveremo a vedere le app Xcode che si auto pubblicizzano “iphone Native”??

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