HTC denuncia Apple con i brevetti di Google; Apple denuncia Samsung in Giappone

di Redazione 4

4Le metafore militaresche utilizzate per definire e descrivere le numerose azioni legali che vedono protagonisti gli attori principali del mercato mobile sono un po’ inflazionate, va ammesso. Ma è oggettivamente difficile non descrivere come “guerra” la situazione in cui essi si trovano. E’ una guerra fredda quella che contrappone Google e Apple mentre è guerra aperta quella che stanno combattendo la stessa Apple e i produttori di smartphone Android.
HTC in primis, che proprio ieri ha denunciato nuovamente Apple utilizzando brevetti che fino al primo settembre erano di proprietà di Google. Nel frattempo Apple continua la sua campagna del Pacifico con una nuova denuncia contro Samsung presso il tribunale distrettuale di Tokyo.

Apple VS Samsung

Con la nuova denuncia contro Samsung in Giappone, uno dei numerosi rivoli in cui si è suddivisa la causa “per plagio” contro il produttore coreano, Apple chiede un risarcimento contenuto (l’equivalente in Yen di circa 1,3 milioni di dollari) ma punta soprattutto allo stop delle vendite dei prodotti incriminati, nello specifico gli smartphone, nel Paese nipponico. Samsung aveva già denunciato Apple presso una corte giapponese nell’aprile scorso.

Quello giapponese è dunque un ulteriore fronte della battaglia internazionale fra i due giganti. Mentre in Germania il Galaxy Tab 7.7 è stato ritirato dal mercato in attesa dell’udienza del 9 settembre (e rimosso pure dallo stand Samsung all’IFA) in Australia un incontro fra le parti di fronte al giudice era previsto proprio per oggi, ma è stato rimandato a data da destinarsi. In Australia il prodotto in discussione è la versione 10.1 del tablet di Samsung. Nel corso del dibattimento Apple potrebbe inoltre essere costretta a rivelare l’entità delle vendite di iPad nel paese per dimostrare il danno ad esse provocato dalla concorrenza di Samsung, che gli avvocati di Cupertino chiedono sia giudicata come sleale.

HTC denuncia con i brevetti Google

Finora Google ed Apple non si sono scontrate direttamente in tribunale, nonostante combattano indirettamente su molti fronti e alcune funzioni del software Android siano centrali nelle cause depositate dai legali di Cupertino contro i produttori di smartphone.
La resa dei conti però si fa più vicina dopo l’ultima mossa di HTC, che ieri ha denunciato Apple presso il tribunale federale del Delaware per la violazione di 4 brevetti che il produttore ha ottenuto da Google il primo di settembre. In un primo momento si pensava che Google avesse semplicemente concesso i brevetti ad HTC a titolo gratuito, ma successivamente Mountain View ha precisato che i patent erano stati regolarmente acquisiti da HTC, ma non si sa a quale prezzo.

I 4 patent in questione non sono stati originariamente registrati da Google, bensì sono stati acquisiti da Motorola (che poi Big G ha finito per comprare interamente) nel corso dell’ultimo anno. Il passaggio di brevetti e la subitanea denuncia depositata da HTC rendono evidente il supporto di Google ad uno dei propri partner principali.
L’origine dei brevetti mette dunque in discussione l’affermazione di Big G secondo cui le acquisizioni strategiche di proprietà intellettuale sarebbero servite solamente a scopo difensivo. Fornire ad HTC dei brevetti acquisiti per una denuncia diretta non è esattamente una difesa (se non una di quello proverbialmente definite “del miglior tipo”) anche se sulla carta, ancora una volta non è Google che attacca, ma un suo partner.

Perché, fra tutti i produttori Android con cause in corso contro Apple, Google ha scelto proprio di supportare HTC? Perché recentemente la ITC ha fornito un giudizio preliminare favorevole a Cupertino dichiarando che due brevetti del produttore violano la proprietà intellettuale di Apple. Uno di quei due brevetti, però, non riguarda l’hardware ma le “realtime-API” che sono utilizzate dal software Android. E c’è un particolare scottante, saltato fuori durante il dibattimento, che complica non poco la posizione di Google: Andy Rubin, il papà di Android, ha cominciato la sua carriera come ingegnere alla Apple, dove lavorava alle dirette dipendenze di colui che ha sviluppato la tecnologia protetta dal brevetto in questione.

 

Commenti (4)

  1. Ti è scappato un “4” all’inizio dell’articolo!

  2. Mi sa tanto che questa guerra penalizzerà solo i consumatori. Come può pensare apple di bloccare gli avversari con il solo tribunale? i brevetti sono tanti e in mano a tanti attori quindi questo vortice di azioni legali è inutile. Il peccato originale (se cosi lo vogliamo chiamare) è di apple con la sua brama di onnipotenza e ingordigia.

  3. @ marco:

    come no… la prossima volta che ti rubano qualcosa sul quale hai lavorato e investito ne riparliamo di peccati originali

    la guerra dei brevetti e’ diventata un argomento mediatico per colpa di apple o meglio della sua visibilità mediatica.

    e la brama da zecca succhiasangue di tanti altri che cercano di lucrare sui prodotti apple dove la metti?

    e’ solo apple quella cattiva… ma fatemi il piacere!!!!!!!!!

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