Steve Jobs dixit: “Nessuno vuole pagare un servizio in streaming per la propria musica”

di Redazione 1

Era il 2003 quando Steve Jobs si scagliava contro i servizi in abbonamento mensile che permettevano di ascoltare la propria musica. Oggi la sua azienda ne presenterà uno: Apple Music.

Apple Inc. CEO Steve Jobs points to a member of the audience during a Q&A session at the end of the iPhone OS4 special event at Apple headquarters in Cupertino

Come confermato anche dal CEO di Sony Music, Apple presenterà questa sera il suo servizio di streaming musicale: Apple Music. Il servizio costerà 10 dollari al mese, ed è interessante osservare cosa ne pensava Steve Jobs dei servizi di noleggio musicale che chiedevano 10 dollari al mese ai loro utenti.

Quando iTunes è stato lanciato, nell’aprile del 2003, si proponeva come uno store musicale rivoluzionario. Da iTunes Store era possibile comprare 200 000 tracce, ciascuna disponibile a 0,99$. iTunes era una alternativa legale a servizi come Kazaa, e soprattutto una alternativa a servizi di streaming musicale a pagamento come Pressplay e Rhapsody.

Proprio in relazione ai servizi di streaming musicale, Steve Jobs aveva qualcosa da dire:

Questi servizi ti trattano come un criminale. E sono basati sull’abbonamento mensile e crediamo che l’abbonamento sia una strada sbagliata. Una delle ragioni per le quali lo pensiamo è che le persone hanno comprato la loro musica da sempre. Abbiamo comprato la nostra musica sugli LP, abbiamo comprato le musicassette, abbiamo comprato i nostri CD. E pensiamo che le persone vogliano comprare la loro musica su Internet tramite dei download, come compravano i loro LP, come compravano le loro musicassette, come compravano i loro CD. La gente è abituata ad acquistare la propria musica, e sono abituati ad ottenere dei diritti quando la acquistano. Quando acquisti la tua musica non ti lascerà mai. Quando possiedi la tua musica hai dei diritti su come la puoi utilizzare – la puoi ascoltare come e quando vuoi.

Jobs aveva affondato il coltello nella piaga:

Giusto per essere chiari: la musica non è come i video. Il tuo film preferito? Lo guardi 10 volte nella tua vita – la tua canzone preferita la puoi ascoltare migliaia di volte nella tua vita. Se ti costa 10 dollari al mese o oltre 100 dollari all’anno per un servizio in abbonamento per poter noleggiare quella canzone, significa che per ascoltare la mia canzone preferita in 10 anni ho pagato oltre 1000 dollari in abbonamenti per poter ascoltare la mia canzone. A 10 anni di distanza. E questo non piace agli acquirenti. Non vogliono servizi in abbonamento.

Jobs aveva ragione. iTunes Store si è rivelato un successo planetario. Ma era il 2003. E il business della musica è cambiato. Le vendite su iTunes Store sono diminuite per due anni consecutivi, mentre la base di utenti di servizi come Spotify è in continua crescita. E come successe per iPad mini, anche oggi Tim Cook dovrà negare quanto dichiarato in passato dal suo predecessore.

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Commenti (1)

  1. La base di utenti di Spotify è in crescita, ma c’è anche da considerare che Spotify consente di ascoltare musica gratis (per quanto durerà non so, ma è un altro paio di maniche), al di là degli intermezzi pubblicitari, mentre Apple Music (sembra) non permetterà questa opzione.

    Per questo credo che paragonare la base di utenti di un servizio “ibrido” contro uno “solo a pagamento” sia sbagliato in partenza.

    Senza contare che Spotify sta lanciando offerte molto vantaggiose (tipo i 0,99€ per 3 mesi) che aumenteranno la base di utenti premium, ma non è detto che gli stessi si convertiranno a un abbonamento più oneroso.. Io stesso ho approfittato della promozione, ma non credo che sarò disposto a spendere la quota mensile piena, e credo che tornerò alla pubblicità ogni 4-5 canzoni

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