Steve Jobs: il film è un flop. Universal lo ritira da migliaia di cinema

di Redazione Commenta

Il film su Steve Jobs scritto da Aaron Sorkin, diretto da Danny Boyle e con protagonista Michael Fassbender si rivela un flop colossale. Universal ha appena ritirato la pellicola da 2000 cinema, e non è ancora riuscita a rientrare con i costi di produzione.

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Uno scarso interesse verso la produzione di Danny Boyle ha spinto Universal Pictures a ritirare il film Steve Jobs da oltre 2000 sale cinematografiche statunitensi, lasciando che solo pochi schermi riproducano il film basato sulla biografia del co-fondatore ed amministratore delegato di Apple.

Il numero totale di schermi sui quali è attualmente possibile guardare Steve Jobs negli Stati Uniti è sceso a 421. Si tratta di un calo di 2072 schermi rispetto alla scorsa settimana.

Il film, che vede come protagonista Michael Fassbender, ha raccolto solo 16 milioni di dollari fino ad ora, pur essendo costato 30 milioni di dollari. Includendo anche le spese per la distribuzione e la promozione non è difficile credere che Universal non riuscirà facilmente a rientrare nei costi di produzione.

Aaron Sorkin aveva avviato la scrittura della sceneggiatura del film anni fa, poco dopo la morte di Jobs. Sony aveva inizialmente acquistato i diritti per il libro, ma sembrava impossibile trovare un registra e un attore dispositivi a prendere in mano il progetto. La produzione è infine atterrata nelle mani di Universal e davanti la cinepresa di Danny Boyle.

Steve Jobs non è però stato risparmiato da aspre critiche. L’opera di Sorkin sembra infatti ispirarsi più alla fantasia che alla briografia ufficiale di Jobs. E se Wozniak ha speso parole di apprezzamento nei confronti del film, non si può dire lo stesso dei colleghi di Jobs, come Cook, e della moglie, che hanno cercato in tutti i modi di bloccare la produzione, arrivando persino a contattare i potenziali protagonisti della pellicola.

Anche il giornalista tecnologico, e amico di lunga data di Steve Jobs, Walt Mossberg ha espresso il suo rammarico verso un film che, a suo dire, si è troppo concentrato sugli anni bui di Jobs, fermandosi proprio prima della redenzione dell’uomo e del lancio dei grandi prodotti che hanno cambiato il mondo, come Mac e iPhone.

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