Apple pubblica il Supplier Responsibility Report 2012, la lista dei fornitori e aderisce alla FLA

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Poche ore fa Apple ha pubblicato il report 2012 sulla Supplier Responsibility (link PDF), un esteso documento con cui l’azienda spiega che cosa è stato fatto nell’ambito della garanzia dei diritti dei lavoratori assunti dai fornitori dell’azienda, in particolar modo quelli che hanno sede nell’area della Greater China e più in generale nel sud-est asiatico.

Il documento, disponibile nella pagina dedicata del sito Apple, enumera con dovizia di particolari il tipo di ricerche effettuate dagli ispettori Apple e molte delle violazioni riscontrate e successivamente corrette. E non è tutto, perché sempre oggi Apple ha comunicato la propria adesione alla Fair Labor Association, un consorzio no-profit che si batte per la tutela dei diritti dei lavoratori.
A testimonianza dell’importanza della questione Tim Cook ha inviato un’email interna ai dipendenti Apple per segnalare la pubblicazione del report sulla Supplier Responsibility.

Nel report sulla Supplier Responsibility 2012 sono riportati, come dicevamo, dati dettagliati sulle indagini condotte da Apple presso i fornitori, in particolar modo quelli del Sud-Est asiatico.
Le irregolarità riscontrate non sono poche, ma c’è di buono che molti dei fornitori sono stati in grado di adeguarsi alle richieste di Apple e hanno accondisceso a correggere il tiro.
Le aziende che continuano a perpetrare violazioni dei diritti dei lavoratori rischiano di vedersi sottratta la commessa. Quest’anno è successo solamente con un fornitore, a causa delle ripetute violazioni, mentre un’altra azienda, anch’essa rea di perseverare con pratiche illecite nei confronti dei lavoratori, è sotto lo stretto scrutinio degli ispettori Apple.

Ecco altri punti salienti dall’elenco degli “abusi” riscontrati da Apple nel corso dei 229 audit condotti nel corso del 2011 (+80% rispetto al 2010).

  • 18 fabbriche chiedevano analisi per l’epatite B ai candidati e 52 non avevano in essere una policy che vietasse la richiesta di analisi mediche e il loro uso come discrimine al fine dell’assunzione.
  • 24 fabbriche effettuavano test di gravidanza e 56 non avevano opportune policy per vietare questa pratica.
  • In 93 stabilimenti è stato riscontrato un eccesso del limite di ore lavorate settimanalmente .
  • In 90 fabbriche non veniva rispettati correttamente i giorni di pausa dei lavoratori.
  • 42 fornitori non erano in regola con la policy sul pagamento dei lavoratori o fornivano gli stipendi in ritardo .
  • 68 fabbriche non provvedevano a fornire tutti i benefit richiesti per legge mentre altre 49 non pagavano alcun periodo di ferie ai dipendenti.
  • 67 aziende utilizzavano la decurtazione dello stipendio a fini disciplinari.
  • 108 fabbriche non provvedevano a pagare gli straordinari e i giorni festivi nel modo corretto.
  • Violazioni gravi: in 15 aziende alcuni lavoratori avevano pagato un prezzo eccessivo all’agenzia di reclutamento mentre in altre 5 sono stati scoperti almeno 6 casi di lavoro minorile ancora in corso.

Le attenzioni di Apple in questo settore, per quanto possano essere ancora insufficienti a garantire un vero cambiamento nelle politiche delle grandi industrie cinesi, vanno comunque ben oltre quanto fatto finora dai concorrenti del settore.
L’adesione ad un consorzio no-profit come la Fair Labor Association, che per la prima volta accoglie un’azienda del settore tecnologico, ne è un esempio. Il team di ispettori della FLA, scrive Tim Cook nella mail ai dipendenti, “avrà accesso diretto alla nostra catena di fornitura e renderanno conto di ciò che scoprono sul loro sito internet in maniera indipendente”

Il report di Apple sulle forniture è talmente dettagliato che per la prima volta, con una mossa che ha sorpreso non poco e che di certo farà rizzare le antenne ai concorrenti e a molti analisti, l’azienda ha reso pubblica anche una lista completa (link PDF) dei 156 produttori di componenti di cui è cliente.

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