VIVAX, il super-case per laptop italiano è su Kickstarter – Intervista a Mattia Ventura

di Redazione 4

VIVAX è il nome di un nuovo progetto Kickstarter per la realizzazione di un “super case” per Mac e PC portatili iper-resistente pensato e realizzato interamente in Italia. Il materiale della valigetta, il Copolymer Polypropylene, la rende praticamente indistruttibile e il rivestimento interno in Poron XRD contribuisce ad assorbire più del 90% dell’energia cinetica di un impatto. Completano il quadro i perni in titanio, praticamente indistruttibili, e la chiusura ermetica in gomma Neoseal che rende il tutto completamente impermeabile. Sembra la valigetta con la pistola di 007 e invece è un progetto nato da un’idea di Mattia Ventura, con cui parliamo del VIVAX nell’intervista che potete leggere qui di seguito.

TAL: Questo tuo VIVAX è un’idea “solitaria” o nasce da una collaborazione con altri?
Mattia Ventura: VIVAX è un prodotto, un’idea a cui ho pensato alcuni mesi fa, per realizzarla mi sono dovuto affidare a persone che nel settore avessero più esperienza di me, soprattutto per lo sviluppo tecnico del progetto e per l’immagine coordinata: l’idea nasce dall’esigenza di alcuni professionisti, come fotografi o giornalisti, che viaggiando necessitano di un alto grado di protezione per i propri laptop.

TAL: Parlacene un po’: come è nata l’idea? E come sei arrivato da un primo sketch al prototipo che hai presentato su Kickstarter?
MV: Come appena detto, il concetto base era quello di creare una custodia porta laptop per i “viaggiatori”, poi, dopo le prime ricerche, siamo venuti a conoscenza di nuovi materiali, i cosiddetti tecnopolimeri in grado di fornire performance assolutamente uniche; quindi il progetto ha preso una nuova forma, abbiamo aggiunto molte caratteristiche che rendessero la custodia assolutamente innovativa e così adatta sia alle situazioni quotidiane che a quelle più estreme, abbiamo fatto vari test per poter creare un prodotto che si dimostrasse affidabile in diverse situazioni, come quella in cui una macchina lo investe. Poi ho voluto esagerare e aggiungere ad un prodotto estremamente tecnico una componente spiccatamente modaiola così da renderlo disponibile anche per una fascia di consumatori “quotidiani”, aggiungendo alcune caratteristiche come i colori e le linee compatte e leggere.

TAL: Come mai hai scelto la via del Crowd Funding?
MV: Ho conosciuto Kickstarter dopo aver iniziato il progetto e ho pensato che fosse un prodotto molto adatto al sito, inoltre credo molto nel crowd funding online e penso che questo sarà il futuro per i giovani creativi e per le startup.

TAL: Secondo te perché sono così pochi i progetti italiani che arrivano al funding su KickStarter o su altre piattaforme?
MV: Purtroppo KS è un sito aperto solamente a residenti UK o US e questo rende molto complicato l’accesso anche se questo non significa che è proibito pubblicare progetti Italiani per progettisti Italiani. Credo che finora questo sia il solo limite per KS.

TAL: La gestione della produzione e dei fondi ricevuti dai backers sono un impegno non da poco: lo affronterai con un esperienza “produttiva” alle spalle oppure sarà la tua prima volta al timone di un progetto così importante?
MV: Fortunatamente, se il progetto avrà successo, potrò contare molto sulla partnership con ottime aziende Italiane che si occuperanno della produzione e dell’assemblaggio che avverrà interamente nel nostro paese; credo ancora molto nel Made in Italy e nella sua qualità produttiva e penso che l’Italia abbia davvero ancora molto da dare.

TAL: Non ci resta che farti un in bocca al lupo per questo ambizioso progetto! Grazie per l’intervista.
MV: Grazie per l’in bocca a lupo e per il sostegno, un saluto!

Nel momento in cui scrivo il VIVAX può contare su circa 90 “backers” per un totale di 5000£ delle 30000 necessarie per il finanziamento del progetto. Se volete contribuire, con 59£ vi portate a casa uno dei primi modelli con un notevole sconto sul prezzo di lancio del VIVAX (199$).

Commenti (4)

  1. Che pena… l’ennesimo italiano che non parla inglese…

    1. @dlasmdlkam:
      Bah, che ne sai che non lo parla? MAgari lo parla pure ma giustamente ha preso qualcuno che gli facesse un parlato professionale con un accento da madrelingua.
      Alla fine perché ti devi vergognare di parlare in italiano e avere un dubbing sopra, se lo fai per bene? Il risultato non è meno professional secondo me, o almeno questa è l’impressione che ho avuto.
      Poi scusa eh, io ti potrei pure dire a te: che pena, il solito italiano che come PRIMA COSA invece di parlare nel merito dell’argomento si lamenta! :D
      Secondo me, inglese o no, il progetto è encomiabile. Poi non sono forse non la comprerei una cosa così, ma almeno si vede che c’è impegno grosso!

    2. @dlasmdlkam: Tu parli italiano, ma non vuol dire che puoi fare il doppiatore. Poi la voce fuoricampo un americano è stata una scelta voluta ;)

  2. @dlasmdlkam: che pena, il solito italiano che si lamenta di tutto…poi magari ha un lavoro precario da schiavo a 500€ al mese e non fa niente per migliorare la propria condizione…
    invece Mattia Ventura, si è impegnato, si e sbattuto per realizzare la sua idea e sta rischiando…saranno poi i suoi investitori e successivamente i consumatori a decidere se la sua idea è valida o no…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>