MacPaint, un pezzo da museo

di Redazione 3


Era il 1984 ed Apple, con l’aiuto di di un Ridley Scott poco più che quarantenne e reduce dai successi di Alien (1979) e Blade Runner (1982), mostrò al mondo durante la pausa del terzo quarto di tempo del Super Bowl XVIII l’oggetto che avrebbe cambiato il mondo dell’informatica: il Macintosh. Ci avrebbe aiutati ad avvicinarci maggiormente al mondo dei computer. Ci avrebbe aiutati a piegare i computer al nostro volere e non essere piegati al loro dovendo imparare svariate istruzioni, fino ad allora in linguaggi più vicini a quello macchina che al nostro. Quell’oggetto che ha cambiato le nostre vite avrebbe fatto sì che “il 1984 non sarebbe stato come 1984“.

Il Macintosh non era solo un sistema operativo che, con l’ausilio di tastiera, mouse e monitor, usava la metafora della scrivania, delle finestre e dell’archivio in file. Era un computer in grado di riprodurre anche suoni ed immagini. Ma le immagini potevano anche essere create.

Il visionario Steve Jobs riprese l’idea di Ivan Sutherland che, per la sua tesi di dottorato al MIT, realizzò lo Sketchpad e cioè quello che oggi è considerato come il software precursore dei sistemi CAD. Ripresa questa idea, appunto, Jobs volle che gli utenti del Macintosh avessero una esperienza utente nuova e fuori dal comune che gli permettesse di disegnare con un computer.

L’idea, molto ambiziosa per l’epoca, vide luce contemporaneamente al Macintosh. Apple iniziò a vendere separatamente, al costo di 195 $, il pacchetto software composto da MacPaint per disegnare e dal word processor MacWrite. Inoltre, con le librerie di QuickDraw, si potevano portare i propri disegni da MacPaint ai testi scritti con MacWrite.

Quello fu l’inizio. Il punto di partenza da cui poi poi nacquero altri prodotti realizzati da altre softwarehouse che si ispirarono proprio ad Apple.

La notizia di oggi è che Apple ha donato il codice sorgente di MacPaint e QuickDraw al Computer History Museum. I sorgenti sono composti da 5822 righe di codice in linguaggio Pascal più 3583 righe di Assembly 68000 per MacPaint e 17101 di Assembly 68000 per QuickDraw. Paragonati ai software da milioni di righe di codice di oggi, quelli creati da Apple un quarto di secolo fa fanno venire un nostalgico sorriso. Eppure quelle “poche” righe sono riuscite a gettare le fondamenta per un mondo nuovo.

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Commenti (3)

  1. bell’articolo.

    ma tra tutte queste milioni di righe di codice, oggi, non è che apple potrebbe “farci scappare” un equivalente di mspaint ?

  2. @ Gigi:
    Su versiontracker ci sono un mucchio di programmi equivalenti, se vuoi.

  3. E’ impressione mia, o il Paint è la copia del programma mostrato in figura?

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