I dipendenti Apple e gli annunci del Macworld

di Redazione 2


Image by Rob Beschizza, Boing Boing Gadgets

Vi siete mai chiesti cosa significhi vivere gli annunci del Macworld da dipendenti Apple? Il vincolo della segretezza alla Apple è preso davvero sul serio e la stragrande maggioranza di coloro che lavorano per l’azienda di Cupertino non sa che cosa verrà svelato in occasione dell’evento. Ne parla Chuq von Rospach, ex dipendente Apple che ha lavorato a Cupertino per 17 anni, in un interessante articolo pubblicato venerdì dal Guardian.
Von Rospach racconta di alcuni divertenti aspetti della vita all’interno di Apple, che lui tuttora definisce come “un’azienda che ti da la possibilità di aiutare a cambiare la società”, relativi in particolare al modo in cui viene vissuto l’evento clou dell’anno Apple, vale a dire il keynote del Macworld. Nell’articolo trapelano anche alcune interessanti motivazioni che giustificano ulteriormente la scelta di Apple di abbandonare il faticoso palcoscenico del Macworld di San Francisco.

Riguardo le sorprese del Macworld, scrive Von Rospach:

Quando lavoravo alla Apple il keynote del Macworld era sempre un momento in cui la maggior parte di noi smetteva di lavorare per radunarsi di fronte agli schermi – c’era sempre una gran folla e un uno schermo speciale nel ristorante. Il lavoro si fermava per un po’ per dar modo a tutti di godersi la sorpresa. E per molti di noi era in effetti una sorpresa; solo coloro che facevano parte delle squadre ridotte che avevano lavorato all’iPhone, tanto per fare un esempio, o alla nuova release di iWork sapevano che cosa sarebbe stato annunciato; e comunque non sapevano che cosa avessero in serbo altre squadre.

Ma l’autore dell’articolo giustifica e comprende pienamente la decisione di Apple, che ha annunciato che quello del 2009 sarà l’ultimo Macworld a cui l’azienda parteciperà. La scelta è motivata principalmente da questioni strategiche e professionali: il Macworld comporta costi notevoli (le foto dei preparativi di quest’anno lo lasciano ampiamente intuire) e ha un tempismo pessimo. L’evento si svolge a cavallo delle feste (nel 2010 inizierà ancora prima, il 4 gennaio) e dunque subito dopo il periodo in cui gli acquisti vanno meglio ed i migliori prodotti devono già essere disponibili. Inoltre questa data costringe molti dipendenti a fare gli straordinari e a lavorare per Natale e Capodanno, con conseguenti recuperi e costi indiretti per gli straordinari.

La scelta di Phil Schiller come timoniere per questa edizione del Macworld secondo Von Rospach è un dato positivo, che darà l’occasione a tutti di capire che Apple non è legata a Steve Jobs in maniera totalmente inscindibile:

Io credo che [la decisione di affidare il keynote a Schiller] sia il primo passo utile per dimostrare alla comunità Apple e agli investitori che sebbene la visione di Steve sia importante per Apple, la Apple non è Steve, ed Apple non scomparirà quando Steve se ne andrà dall’azienda – il che, presto o tardi, dovrà succedere.

L’articolo, che vi consiglio caldamente di leggere nella sua interezza, verte anche su altri aspetti della vita interna ad Apple. Divertente la considerazione che da il titolo all’articolo:

Apple non le fa sempre tutte giuste. Ricordate il lancio di MobileMe a giugno 2008 (era luglio in realtà n.d.R.). Era una rara eccezione che ricorda che Apple può, in effetti, cannare di brutto. […] I primi utenti, me compreso, hanno scontato l’errore di aver adottato il sistema prima che fosse pronto, e il Mac-fedele ha potuto godere di alcune giornate campali in cui lamentarsi e dedurre di tutto, dall’imminente morte di Apple alla incipiente trasformazione del Sole in una nova e la sparizione della vita nell’intero sistema solare.

Non che all’interno di Apple la abbiano vissuta diversamente. Alle persone che mi chiedevano che atmosfera potesse respirarsi all’interno di 1 Infinite Loop ho detto: immaginatevi solamente Steve Jobs che gira per i corridoi con un lanciafiamme in mano chiedendo a chi gli capita sotto tiro “lavori su MobileMe”?

Il blog di Von Rospach.

Commenti (2)

  1. Bellissima la conclusione dell’articolo sull’atmosfera di lavoro su un progetto cannato. Sembra lo standard quotidiano del mio lavoro…

    Citando una delle leggi di Arthur Bloch:
    1) Scoperta del colpevole
    2) Punizione dell’innocente
    3) Gloria ed onori ai non partecipanti…

  2. bellissimo articolo, concordo in tutto quello che è stato detto e scritto!
    per quanto riguarda steve è risaputo che non ha un caratterino dei migliori quando le cose non vanno.
    p.s. provatevi ad immaginare steve una settimana prima delle presentazione mondiale di iPhone che dice agli sviluppatori con un prototipo in mano: “signori, non abbiamo un telefono…”

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