P2P e Mac. Parte Settima: torrent

di Redazione 2

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Dopo aver fatto la settimana scorsa un breve excursus sulla legalità del p2p tramite gli occhi degli addetti ai lavori, oggi come promesso, e come richiesto da qualcuno di voi in privato, tratteremo dei torrent. Ci stiamo avvicinando sempre più alle recensioni dei programmi p2p per Mac: oggi però rimarremo ancora sul piano teorico cercando di capire, sempre nella maniera più fruibile possibile, il sistema dei torrent. Se usate abitualmente questo metodo per scaricare contenuti di vostro interesse, troverete nel presente articolo delle semplici indicazioni riguardo i meccanismi del sistema dei torrent.

Permetteteci, anche questa volta, solo una piccola precisazione prima di iniziare: tutto quello che leggerete nel presente articolo non contiene riferimenti a team o persone in particolare poiché questo “mondo” ambisce alla totale segretezza dei membri e del “lavoro” svolto. Pertanto nell’articolo ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale e frutto di fantasia.

Per ricollegarci a quanto detto nelle puntate scorse, cataloghiamo il sistema dei torrent come parte della grande famiglia della distribuzione “amatoriale” dei file: i contenuti infatti non sono generalmente auto-prodotti per il sistema stesso dei torrent e la maggior parte della rete è aperta a tutti. Esistono però delle realtà private in cui per accedere è necessario essere invitati da un membro con una discreta anzianità che garantisca per te: sul noto sito di aste on-line si trovano spesso in vendita anche dei “codici invito”.

Queste comunità sono chiuse, oltre che per aumentarne l’esclusività, quasi con l’intenzione di tutelarsi verso le forze dell’ordine: celebre questione è quella di Demonoid che è stato riaperto da pochissimo dopo una chiusura forzata. Ciò dimostra ancora una volta come la Legge arrivi sempre ovunque, a patto che lo voglia: cerca infatti di scovare traffici ancor più illegali di quanto possa essere scambiarsi un mp3, oltre che a colpire in maniera mirata i “pesci grossi”.

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Il fatto che questi siti dopo qualche settimana riaprano, è chiaro segnale che al loro interno non ci siano stati scambi di file particolari: se la Legge avesse voluto colpire il tracker privato di uno di questi siti solo per lo scambio illegale di file coperti da diritti d’autore, difficilmente avrebbe riaperto così presto. Ormai la Legge ha capito che è impossibile colpire tutte le realtà p2p che sono potenzialmente infinite: siamo sinceramente contenti che controllino soprattutto con lo scopo di trovare illeciti ben più gravi dello scambio di un file mp3. Naturalmente la riapertura di questi siti spesso si coniuga con un passaggio dei server in un altro paese mondiale.

Passando a discorsi più tecnici, la parola “torrent” deriva da BitTorrent che indica un protocollo peer-to-peer (P2P) che consente la distribuzione e la condivisione di file su Internet; è anche il nome di un programma che per qualche anno ha mantenuto l’esclusiva sull’utilizzo di questo sistema. A differenza degli altri sistemi di file sharing, l’obiettivo dei torrent è di realizzare e fornire un sistema efficiente per distribuire lo stesso file verso il maggior numero di utenti disponibili. Si tratta quindi di un meccanismo per coordinare in automatico il lavoro di moltitudini di computer, ottenendo il miglior beneficio comune possibile.

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Il tutto parte da un piccolissimo file con estensione .torrent che ha la funzione di indice di tutti i pacchetti in cui è stato scomposto il file e contiene delle informazioni codificate mediante un algoritmo che descrivono le parti di file da prelevare o da trasferire. Inoltre contiene il link di un server traccia (tracker) utilizzato per localizzare le sorgenti che posseggono il file o parte di esso. Questo tracker è immaginabile come un piccolo programma che svolge il ruolo di organizzatore, coordinando le richieste degli utenti che cercano di scaricare un certo file e informandoli a vicenda di chi possiede i pezzi necessari al completamento.

I file .torrent si trovano su vari siti internet e scaricandoli è possibile “leggerli” tramite il proprio programma preferito che chiama il tracker, si fa indicare dove trovare un frammento, e appena lo ha scaricato lo condivide immediatamente con gli altri utenti in rete. Tutto il sistema di questi scambi è organizzato per privilegiare il transito dei pezzi più rari, assicurando la propagazione equilibrata del file. Capite dunque l’efficacia di un sistema in cui si cerca di sfruttare tutta la banda anche per condividere “forzatamente” le parti presenti sui vari computer: in questo modo i download in genere sono veloci.

Nella prossima puntata vedremo il sistema alla base di Emule: per ora possiamo solo segnalarvi, come anteprima, la lista dei nuovi server Emule.

Resta inteso che tutto questo non è e non sarà un incitamento alla pirateria informatica in nessuna delle sue forme. Riteniamo però corretto, a scopo meramente informativo, rendere partecipi i nostri lettori a un mondo tanto particolare quanto illegale come quello del p2p nelle sue varie espressioni.

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