Wozniak contro PRISM

di Giordano Rodda Commenta

«Questa non è la mia America», tuona Woz all’aeroporto. La pietra dello scandalo è PRISM, il programma di sorveglianza clandestino (con il logo più brutto del mondo) che secondo le rivelazioni del contractor Edward Snowden, collaboratore della National Security Agency, dal 2007 controlla le comunicazioni elettroniche che passano attraverso gli Stati Uniti.

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Lo scenario orwelliano in verità non ha colpito più di tanto i cittadini americani, disposti a quanto pare a considerare queste limitazioni della privacy un giusto prezzo da pagare per una maggior sicurezza; di diverso parere Steve Wozniak, incontrato casualmente dai giornalisti messicani che hanno coperto la WWDC per conto di FayerWayer. Al solito, Woz non si è negato, ha giocato con la beta di iOS 7 (esprimendo ammirazione per il nuovo design) e risposto alle domande che gli sono state poste, criticando il discusso Patriot Act e affermando di vedere gli Stati Uniti «sempre più simili alla Russia».

Mio padre mi insegnò che gli altri paesi torturavano i prigionieri, ma l’America no. Davamo loro cibo, vestiti e tutto quanto. Ero così fiero del mio Paese e adesso scopro che è tutto il contrario […] Al giorno d’oggi nel mondo digitale non si può più possedere niente. Se metti qualcosa sulla “nuvola”, qualcuno da qualche parte può farla scomparire per sempre. Da giovani, la proprietà era quello che rendeva l’America diversa dalla Russia.

Va detto che Woz non è nuovo a preoccupazioni di questo genere: è stato a lungo tra i finanziatori dell’EFF, l’Electronic Frontier Foundation, che si occupa di diritti digitali, e già da tempo aveva espresso le sue opinioni piuttosto perplesse sul cloud computing e relative problematiche.

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