Project Genesis: intervista al regista Alessio Fava

di Redazione Commenta

La scorsa settimana vi abbiamo parlato di Project Genesis, un originale cortometraggio italiano che parla della creazione dell’uomo da parte dei Computer, e più precisamente da parte dei Macintosh.
La storia e il “making of” del corto, disponibile sul sito del progetto, ci hanno particolarmente incuriosito. Abbiamo intervista Alessio Fava, il regista, per farci spiegare un po’ meglio come è nata questa idea, come si è sviluppata e chi sono i componenti del team che ne ha resa possibile la realizzazione.

TheAppleLounge: Ciao Alessio, per prima cosa direi che puoi presentare te e il team che ha lavorato a “Project Genesis” ai lettori di The Apple Lounge?
Alessio Fava: Vivo a Milano e sono un regista di corti, videoclip virali e nei prossimi mesi del mio primo lungometraggio.
Parlando di Project Genesis: l’ho scritto con Matteo Lanfranchi, un attore / autore con cui collaboro da diverso tempo. Con lui ho passato mesi a lavorare sulla scrittura. Il direttore della fotografia è Beppe Gallo: con lui ho fatto tantissimi lavori, la nostra coppia è ormai super collaudata e, dopo questo faticosissimo progetto, è diventata una coppia praticamente inscindibile.
Il plastico è stato disegnato da Cristian Chierici che ha fatto uno splendido progetto in 3D che poi è diventato reale.
Il lavoro sul set interno l’abbiamo fatto praticamente tutto noi mentre, nelle riprese con gli attori, ci hanno dato un grosso aiuto Marijana Vukomanovic (come producer), Cristina Panata (make up), lo studio Neon di Milano (teatro di posa dove abbiamo scattato le foto a “Human” (l’attore Alex Cendron), Jacopo Rondinelli che mi ha dato un grosso aiuto venendo sul set con la sua Red Camera.

Per il lavoro sul “Manuale dell’essere umano” ho lavorato con Lorenza Negri di www.boombangdesign.com che ha fatto un lavoro straordinario. Le foto del manuale sono state scattate da Pietro Baroni. Se volete dare un’occhiata il manuale si può scaricare da qui.

Dopo le riprese il lavoro è passato ai mitici ragazzi di Green Movie Group , una società di post-produzione che ha creduto nel progetto e si è offerta di fare tutto il lavoro, dal montaggio fino alla finalizzazione.

Luciano e Alfredo Beretta hanno così accettato di prendersi carico di un lavoro gigantesco. In dettaglio, ho iniziato con Massimo Magnetti, un bravissimo montatore che ha dato forma al film;  poi tutto è passato nelle mani di Andrea Vavassori e Andrea Zimbaro che hanno fatto il compositing (tutte le schermate dei computer) e il 3D della stanza dove c’è l’uomo – una nota: hanno lavorato per mesi con me che gli rompevo le p…. tutti i giorni.

Per quanto riguarda il video l’ultimo step è stato quello di color grading (Da Vinci Resolve) fatto da Giorgia Meacci. Anche lei ha fatto un lavoro veramente minuzioso.

Per quanto riguarda l’audio; le musiche originali, perfette per il film, sono state composte da Giovanni Dettori e Lorenzo Dal Ri mentre tutta la parte di sound desing e Re-recording mixer è stata fatta da Matteo Milani che ha letteralmente inventato il loro mondo da un punto di vista sonoro. Ha ricreato i loro suoni attraverso qualsiasi tipo di oggetto e ha modificato le loro voci con vecchie radio FM.
Per quanto riguarda gli attori, cioè gli “Humans”, ecco chi sono: Alex Cendron è l’uomo dietro al vetro ( e l’uomo nel manuale) e da lui è stato ricreato il modello 3D, Matteo Lanfranchi ha accettato di fare una parte (quello sotto la pioggia e in montagna), Marta Mazzi è la ragazza che scrive al computer in casa, Andrea Vavassori che, in una pausa dal compositing in Green Movie, ha fatto l’uomo che attacca la spina e poi i ragazzi che corrono nel bosco: Anna Mykhaylenko, Fabrizio Villa, Giulia Linguanti, Dario Lo Nardo. Tutti hanno fatto un lavoro straordinario!

TAL: Come è nata l’idea di Project Genesis?
AF: E’nata guardando un Mac Classic che ho in casa da molto tempo… è stata un’intuizione. Il giorno in cui quell’intuizione è diventata una storia ero con Matteo Lanfranchi in “gita” in montagna. Abbiamo iniziato a parlarne e da lì ci sono uscite tantissime idee. Abbiamo poi studiato molto del mondo e della comunicazione Apple. Unendo tutto è uscito Project Genesis.

TAL: Perché proprio dei Macintosh come protagonisti e non delle “macchine” meno riconoscibili per design e brand? 
AF: Perchè la prima idea è stata proprio su un Macintosh. Inoltre c’era una vasta scelta storica con modelli fantastici come erano i primi computer Apple. Pensare di far vivere un Apple I o un vecchio Macintosh è stata una grande spinta creativa

TAL: Noto che il logo Apple è stato sostituito nel corto da quello generico della  “Acme”. Avete avuto problemi di trademark con Cupertino, non vi hanno autorizzato all’uso del logo o avete proprio preferito evitare fina da principio di utilizzare un marchio così riconoscibile?
AF: Non abbiamo avuto nessun problema, abbiamo pensato che in un mondo popolato solo da computer, “Apple” non avrebbe avuto nessun significato… la scelta è ricaduta su Acme perchè è il mondo dell’industria immaginaria: fantastica e irreale come loro.

TAL: Parliamo dei tempi di realizzazione: quanto c’è voluto per realizzare il corto, dall’inizio delle riprese alla conclusione del montaggio?
AF: Circa un anno. Tolto un mese di costruzione del plastico abbiamo fatto 3 mesi di stop motion chiusi in un solaio con una stufa a gas (faceva un freddo pazzesco). Tre mesi che ci hanno distrutto.
Poi un mese circa per le riprese con gli attori. Così tanto perché quando avevamo bisogno della pioggia usciva il sole e viceversa. Il resto del tempo è stata post-produzione. Lavoravamo al corto nei momenti di pausa di Green Movie tra un lavoro e l’altro.

TAL: Il budget per il corto: lo definiresti alto o basso? Vi siete totalmente autofinanziati o avete avuto dei finanziatori “esterni”?
AF: Premetto, nessun finanziatore. Il budget lo definirei molto basso per quello che abbiamo speso ma in realtà sulla carta sarebbe altissimo. Premetto che tutte le persone hanno lavorato gratis ed è una cosa importante!
Per le riprese e il plastico ho speso circa 5000 euro ma, ad esempio, se avessi dovuto pagare il lavoro di post-produzione avrei pagato per anni. Per questo Green Movie ha fatto una cosa che pochi altri fanno: mettere in campo professionisti e macchinari pazzeschi per aiutare la lavorazione di un corto. E comunque tutti ci hanno dato una mano, la Serivideo di Torino che ha fatto il plastico, Grafix di Milano che ha stampato i computer, gli Arcimboldi che ci hanno fatto girare sul loro tetto. Senza le persone o le società che ci hanno aiutato in diversi modi, il corto sarebbe stato molto difficile girarlo…

TAL: Quale è stata la risposta del pubblico in questi primi giorni trascorsi dal lancio del cortometraggio?
AF: E’ stata fantastica! Solo sul canale Vimeo siamo arrivati a 14.000 visite in 4 giorni senza contare tutte le persone che l’hanno visto su Wired e non sono indicizzate.
Ma la cosa più bella, oltre ai numeri, sono i commenti delle persone che mi scrivono per farci i complimenti. Questa si che è una grande soddisfazione.

TAL: Avete mandato il corto a qualche concorso o pensate di farlo in futuro? 
AF: L’abbiamo mandato a festival in tutto il mondo. Spero che la decisione di renderlo pubblico non vada ad inficiare la scelta dei festival. In ogni caso, per me, era molto importante renderlo pubblico e non solo visibile ai festival . Credo fermamente che le due strade possano e debbano viaggiare in parallelo.

TAL: Altri progetti a tema Macintosh per il futuro? 
AF: Progetti Macintosh per adesso no. Il prossimo progetto si chiama Yuri Esposito, un lungometraggio che gireremo questa primavera, prodotto dalla Meibi e scritto con Leonardo Staglianò. In questo film parteciperanno molte persone sopra citate.

TAL: Grazie della disponibilità, e in bocca al lupo!
AF: Viva The Apple Lounge! Grazie a tutti voi.
P.S.: ieri un ragazzo mi ha scritto “quando ho visto il Mac distrutto in terra, ho interrotto il video. Queste cose non si fanno” 
Su questo è divertente il fatto che il computer che cade dall’alto è in realtà di cartone rivestito da una pellicola adesiva con il disegno di un Mac. Quello che si distrugge, invece, è un rottame di Mac preso in discarica 

Project Genesis, il corto

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