Che fine faranno gli iPod?

di Redazione 8

Nel corso del terzo trimestre fiscale del 2013, Apple ha venduto 4.569.000 iPod. Meno di quanti ne vendette nel corso del 3° trimestre del 2005.

I lettori musicali che hanno dominato il precedente decennio sono così poco importanti per l’azienda che li produce che ormai il numero di unità vendute non viene neppure riportato nel comunicato ufficiale della trimestrale Apple. Una breve analisi di una morte lenta, ancora in corso.

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Gli iPod sono già totalmente irrilevanti nell’economia Apple. Nel Q3 hanno contribuito al fatturato per poco più di 700 milioni di dollari, circa 400 milioni di dollari in meno di quanto incassato dalle vendite degli accessori per iPad e iPhone.

Il grafico delle vendite degli iPod nel corso degli ultimi 10 anni è una perfetta raffigurazione della storia del dispositivo, con quei picchi fortemente legati alle vendite del periodo natalizio e un apice massimo toccato nel 2008, proprio quando l’iPhone, grazie ad una disponibilità sempre più globale, spianava la strada a quella che ormai definiamo era post-Pc.

In casa Apple, dunque, è l’iPod a subire in maniera più grave le conseguenze di un rapido cambio generazionale che l’iPad ha contribuito ad accelerare fortemente.
L’iPad, da un punto di vista del business model, è il “nuovo iPod” dell’era post-PC. Da un punto di vista della destinazione d’uso, invece, il concetto dell’iPod può dirsi morto e sepolto.

L’esistenza dell’iPod era funzionale alla strategia dell’hub multimediale che Apple ha perseguito nel primo decennio di questi anni 2000. L’hub multimediale non ha più un posto nel mondo. Con l’avvento dell’era Post-PC iCloud è diventato l’hub strategico per il nuovo decennio, come ha avuto modo di specificare più volte il CEO Tim Cook.

Vendite iPod nel corso degli anni. Fonte: barefigur.es
Vendite iPod nel corso degli anni. Fonte: barefigur.es

E non è tutto. Come scrive Ben Evans, il tramonto dell’iPod è legato anche al ruolo sempre più marginale che la musica ricopre nel settore dell’elettronica di consumo. La disponibilità istantanee e il consumo in streaming (in altre parole, la trasformazione della musica da bene a servizio) hanno reso già obsoleto l’approccio iPod (a causa della necessità di una libreria statica ospitata da un Mac o da un PC) e messo fuori gioco i dispositivi che non permettono un accesso immediato e costante alla fruizione musicale attraverso la rete. E’ ancora fondamentale includere “la musica” nel pacchetto di “servizi” che un prodotto offre, ma il ritorno economico diretto di una tale inclusione è diventato pressoché inesistente.

Non è un caso, insomma, che da diversi anni non si assista più ad un evento Apple a tema musicale. Ed anche gli ultimi keynote di questo genere, quando Steve era ancora in vita, assomigliavano in fondo a delle piacevoli occasioni per far suonare qualche band amica e assecondare la passione del CEO per il mondo della musica.

Non tutti sono fervidi utilizzatore di Spotify e servizi analoghi e parecchi musicofili tengono ancora moltissimo alla propria libreria musicale. Altrettanto probabilmente non si può dire della maggior parte degli utenti cui si rivolge oggi il mercato degli smartphone.

Non a caso l’iPod touch, ovvero l’iPhone senza connessione cellulare e funzionalità telefonica, è rimasto solo a sostenere le vendite del segmento.

Se è relativamente facile mettere in fila i motivi per cui gli iPod hanno ormai poche ragioni per continuare a vivere, non è semplice capire in che modo e con che tempi Apple potrà decidere di mettere la parola fine a questa gloriosa storia.
Io non credo che assisteremo a breve ad un pensionamento a tutti gli effetti delle versioni non iOS del prodotto. Sotto le festività natalizie gli iPod potrebbero aver ancora qualcosa “da dire”, pur con un generale e ulteriore calo rispetto al 2012.

E non è facile neppure determinare il momento in cui continuare a produrre questo tipo di dispositivi (pur con costi di R&D ormai pari a zero) non avrà più alcun senso in termini economici.
Ci sarà un annuncio che ufficializzerà l’addio al nano, allo shuffle e al classic? L’iPod touch continuerà ad essere venduto come una sorta di iPhone “base” senza funzionalità telefonica?

Tutte domande alle quali, sinceramente, non si può rispondere se non con delle ipotesi.
Voi che ne pensate? Quale “funerale” riserverà Apple ad un prodotto con una storia così gloriosa?

Commenti (8)

  1. E’ in uscita un nuovo iPod Touch da quanto trapela di indiscrezioni. Dovrebbe uscire on con iPhone 5S o con iPad Mini.
    Per cui…
    A meno che Apple non veda una totale diminuzione di vendite a meno di 3-4milioni di unità vendute per anno.. perchè dovrebbe pensare di interrompere la produzione?
    E’ come se smettessero di produrre i Mac perchè non ne vendono 50-100milioni all’anno.
    “terzo trimestre fiscale del 2013, Apple ha venduto 4.569.000 iPod” .. e sarebbero pochi?
    Cioè si parla di flop di un prodotto che vende in media comunque 12-15milioni di pezzi l’anno?

    1. @matteo65601:
      Nessuno parla di flop, anzi, l’iPod domina ancora lo specifico mercato dei lettori mp3 con share superiore al 70%.
      Il fatto è che i lettori mp3 come tali non se li compra più nessuno.
      L’idea è capire quindi “come e quando” morirà, consapevoli che per ora è in corso un rapido declino.
      4.560.000 sono pochi, in termini economici, se rappresentano un -31% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, come in questo caso :)

  2. Io credo che, a oggi, l’iPod che ha meno senso di esistere sia il Nano. D’altra parte ogni anno tendono a proporre un design diverso, ma di fatto ha un prezzo che poco si discosta dall’iPod touch, che è tutt’altro mondo di possibilità. L’iPod Shuffle ha una sua nicchia di mercato – è piccolo, leggero e pratico. Personalmente ritengo che l’iPod Nano abbia fatto il suo corso: potrebbe essere sostituito dall’iPod Shuffle riprendendo il design del Nano di sesta generazione, ma con meno memoria; penso, a esempio, a un modello da 79 euro con 2 GB di memoria e un modello da 119 con 4 GB. L’iPod Touch recentemente presentato (quello da 16 GB) potrebbe vedere il suo prezzo leggermente abbassato, a 219 euro, con i modelli da 32 e 64 GB rispettivamente a 299 e 379 euro.
    Per quanto riguarda l’iPod Classic, similmente all’iPod Shuffle ha una sua nicchia di mercato, e penso meriterebbe di essere lasciato in vita. Però credo sia anche l’ora di proporre un nuovo design con nuove soluzioni hardware. Penso alla sostituzione dell’hard disk con un SSD magari leggermente meno capiente (120 GB), un design più sottile e affusolato e un corpo in solo alluminio. Si otterrebbe un prodotto più leggero, più accattivante esteticamente (grazie anche all’effetto “novità”) ma non meno performante.
    In realtà gli iPod, soprattutto il modello Touch, hanno senso di esistere, perché permettono con una spesa “limitata” di entrare nell’ecosistema Apple (d’altra parte io ho iniziato a conoscere i prodotti Apple grazie al primissimo iPod Touch). Giocano, se si vuole, un ruolo simile alla Apple TV, che permette di entrare nel mondo dei servizi Apple con una spesa limitata.
    Se Apple ha un qualche reale interesse a mantenere in vita la linea di iPod, deve saperli vendere bene, differenziandoli l’uno dall’altro e al contempo spiegando ai potenziali clienti il guadagno che deriva dall’averne uno. Ci sono diversi scenari in cui un iPod è ancora migliore di, che so, un iPhone. Innanzitutto la durata della batteria – meno servizi attivi, maggiore durata tra una ricarica e l’altra; il modello Shuffle e Nano sono decisamente compatti, e soprattutto il primo si fa spesso preferire rispetto a un iPhone o un iPod Touch in scenari come l’attività sportiva. E poi, beh, fanno sostanzialmente una cosa, ascoltare musica, e la sanno fare bene (a parte l’iPod Touch che è un iPhone senza modulo 3G/4G).

  3. ….ma sono l’unico che si ricorda del ruolo “Portable Consolle” che iPod touch avrebbe dovuto giocare?

  4. Per uno sviluppatore il touch rappresenta l’unico prodotto che può sostituire un iphone ed ha un costo accettabile.
    Gli altri sono in effetti troppo costosi.
    L’ipod touch di 5 generazione per me è il migliore, credo che presto lo prenderò, magari ricondizionato (mi sono trovato bene con i Mac)

  5. Trovo comodi quelli piccoli, per ascoltare musica tenersi il telefono in tasca é troppo ingombrante.

    Ho un nano che uso quando corro, faccio pulizie, attacco come ingresso aux di un vecchio stereo per la musica in sala.

  6. Io mi sono trovato molto bene con lo shuffle: leggero, piccolo e anche robusto.. il mio non so quante botte e cadute si è preso, ma a parte un po’ di ammaccature a va una meraviglia.. se avessi avuto un display, non so come sarebbe ora.
    Le altre versioni sono, secondo me, troppo delicate e costose per questo utilizzo.. a quel punto meglio portarsi dietro l’ihone o qualsiasi altro cellulare.

  7. Lief ha detto:

    Per uno sviluppatore il touch rappresenta l’unico prodotto che può sostituire un iphone ed ha un costo accettabile.
    Gli altri sono in effetti troppo costosi.
    L’ipod touch di 5 generazione per me è il migliore, credo che presto lo prenderò, magari ricondizionato (mi sono trovato bene con i Mac)

    Uno sviluppatore che non si compra tutti i dispositivi Apple nuovi o usati che siano per sviluppare e fare il beta-testing non è un vero sviluppatore.
    Se uno fa app e le testa solo su iPod Touch è un incapace. Non riuscirà mai a fare app di qualità.
    Se uno fa lo sviluppatore per lavoro e non investe neppure 4-5mila euro allora non fa il lavoro seriamente e non sa cosa sta facendo.
    Il mito di fare gli sviluppatori di app spendendo zero è appunto un mito.
    Ogni lavoro comporta dei costi. Si può sviluppare software decente con piccoli investimenti ma pensare che si possa farlo a costo zero è pazzia.

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