Apple VS Motorola in Germania: stop alle ingiunzioni

di Redazione 2

Apple è riuscita a “mettere al sicuro” le vendite dei dispositivi iOS in Germania, dove la commercializzazione di iPad, iPhone e iPod touch rischiava di essere messa in dubbio da una ingiunzione ottenuta da Motorola a dicembre e contro la quale l’azienda di Cupertino si era già appellata.
Dopo la decisione favorevole a Motorola, emessa dal tribunale regionale di Mannheim, Apple aveva fatto ricorso in appello presso la Alta Corte Regionale, che ora ha deciso di “mettere in stand-by” qualsiasi potenziale richiesta di blocco delle vendite da parte di Motorola almeno fino alla formulazione della sentenza d’appello, per la quale potrebbe essere necessario attendere anche più di un anno.

Il caso in questione non è quello che ha costretto Apple a sospendere le funzionalità di push mail per gli utenti iCloud in Germania, una decisione derivata da un’altra diatriba legale, sempre con Motorola, anche in quel caso dibattuta presso il Tribunale Regionale di Mannheim.
La causa per la quale Apple è ricorsa in appello riguarda la presunta violazione, denunciata da Motorola, di alcuni brevetti relativi alla tecnologia 3G. Da una parte l’azienda recentemente acquisita da Google vorrebbe chiedere il blocco delle vendite dei dispositivi o in alternativa spingere per un accordo extragiudiziale giudicato da più parti eccessivamente oneroso e penalizzante per Apple. Dall’altra i legali di Cupertino sostengono che quei brevetti, in quanto di tipo “FRAND”, vale a dire relativi a tecnologie ritenute ormai standard del settore, non possano essere usati nel modo in cui li sta adoperando Motorola (sotto pressioni da parte di Google?).

Non è un particolare da poco, questo dei brevetti “FRAND”, perché le leggi relative a questo tipo di patents impongono che essi siano concessi a tutti gli attori di un dato mercato senza discriminazioni, mentre è evidente che Motorola e Google stanno operando su Cupertino ben altre pressioni rispetto quelle esercitate su concorrenti del calibro di Nokia, HTC e LG, già licenziatari delle medesime discussioni di cui in questo caso si lamenta la violazione.

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