Ban Pokèmon Go, chi rischia per davvero?

di Luigi De Girolamo Commenta

Ban Pokèmon Go sempre sotto la luce dei riflettori in questi giorni, al punto da rendere necessario un approfondimenti su chi rischia per davvero il provvedimento esemplare da parte di Niantic

Pokèmon Go

Una delle applicazioni più popolari del momento è senza ombra di dubbio Pokèmon Go. Indipendentemente dal fatto che siate in possesso di uno smartphone Android o di un iPhone, come riportato nei giorni scorsi le regole di Niantic sono diventate più ferree per quanto concerne l’utilizzo di app terze utili per aumentare i propri punteggi.

Il ban è automatico e a quanto pare si tratta di una misura permanente, almeno stando a quanto annunciato in via ufficiale dagli sviluppatori in questo periodo. Lecito chiedersi a questo punto cosa sia consentito e cosa è invece vietato nella concezione di chi ha realizzato l’app di maggior successo di questo 2016. Una precisazione è arrivata proprio dal team in questi giorni e potrebbe rappresentare un importante chiarimento per milioni di iscritti:

“Includono (ma non sono limitati a) quei programmi che consentono di falsificare la posizione GPS, gli emulatori e software non ufficiali, di terze parti o modificati che consentono di accedere a client o backend di Pokémon Go in modo non autorizzato.

Il nostro obiettivo è quello di promuovere un’esperienza di gioco giusta, divertente ed equa. Continueremo a lavorare insieme a tutti voi per migliorare la qualità del gameplay apportando miglioramenti e perfezionando il nostro sistema anti-cheater”.

Insomma, se avete speso parecchio tempo con Pokèmon Go la questione è delicata e sarà meglio fare grossa attenzione ai paletti imposti da Niantic, visto che un provvedimento di questo tipo per forza di cose non contemplerebbe un passo indietro. E a voi come sta andando l’esperienza di utilizzo di questo titolo? Avete azzardato il download di app di terze parti o avete seguito alla lettera il regolamento imposto?

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